Attualità

Non ci sono più i vini di una volta

pubblicata il 28.05.2013

Gli appassionati e i ricchi se li contendono a suon di migliaia di dollari. Sono i vini rossi di vecchie annante, meglio se di case produttrici con un nome affermato, famoso: Château Cheval Blanc, Château Petrus, Château Lafite, Château Margaux, solo per fare alcuni nomi e circoscrivere il fenomeno alla Francia. Vini come opere d'arte, battuti nelle più importanti case d'asta europee e americane. Vini in grado di affrontare i decenni, in alcuni casi i secoli, per giungere fino a noi ancora con una storia da raccontare. Vini quasi esclusivamente rossi, protetti dal tempo da sostanze quali i tannini e i polifenoli, che impediscono, o quanto meno rallentano, l'ossidazione del vino, e quindi la sua decadenza rapida. Ma le cose stanno cambiando anche per questi vini, a causa di un mix di fattori diversi. Li ha elencati Denis Dubourdieu in una intervista rilasciata a Decanter. Dubourdieu è professore di enologia all'Università di Bordeaux, nonché proprietario di cinque Château nella famosa zona di produzione francese. La tesi di Dubourdieu è che per i vini rossi stia succedendo quello che è accaduto dieci anni con i vini bianchi: problemi di ossidazione precoce. I segnali ci sono tutti, con vini che sviluppano precocemente sentori tipici di questo fenomeno degradativo, come la prugna, la frutta cotta e i fichi secchi, oltre che un viraggio del colore verso le tonalità rosso mattone e aranciate tipiche dei vini molto invecchiati. Un problema che secondo il professore francese non investe solo la Francia e Bordeaux, ma anche altre zone famose nel mondo, come il nostro Chianti e la Napa Valley. Le cause sarebbero tre. La prima è la ricerca di una vendemmia sempre più tardiva, per mantenere sotto controllo l'acidità e ottenere vini più morbidi e rotondi. La seconda l'uso eccessivo di botti di rovere nuovo, al posto di quelle di secondo, terzo o quarto passaggio. E per finire uno dei temi più dibattuti ultimamente: la diminuzione della presenza di anidride solforosa nei vini. Pratiche che vanno, o forse andavano, in direzione del gusto dei consumatori e della salubrità dei vini, ma che potrebbero essere un pericoloso boomerang per i vini da invecchiamento. Si stava meglio quando si stava peggio.

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