Attualità

Ogni cosa è arrotolata

pubblicata il 16.05.2013

Due paiono essere le parole d'ordine oggi del cibo a Londra: wrap e free range. Wrap è il nome che prende ogni cosa arrotolata in tortillas o panificati di quel genere. Inizi a prenderne familiarità già sul volo che dall'Italia ti porta nella capitale inglese, se decidi di volare con British Airways. Dentro questi rotolini si trova un po' di tutto, anche se il pollo sembra farla da padrone, assieme alle immancabili salse, salsine, salsette. Free range invece è una parola che si vede un po' ovunque: al mercato, nei menu, fra gli ingredienti. Si tratta semplicemente dell'indicazione che gli animali hanno vissuto in spazi aperti, e non in angusti spazi o, peggio ancora, in gabbie. Quindi uova free range, chicken free range, pork free range, e via dicendo. L'importanza della salute animale pare essere decisamente nella mente degli inglesi. Sarà che sono stati scottati alcuni anni fa dal fenomeno della mucca pazza, come ci ricorda una targa commemorativa sul percorso pedonale del Tamigi proprio di fronte alla House of Parliament. Un po' meno nella mente degli inglesi la salute a tavola, tanto da spingere il governo a varare il nuovo sistema di informazione basato sui semafori e applicato alle etichette informative dei cibi. Ma non basta, perché i vari pasti della giornata paiono essere una piccola parentesi nella frenesia dello scorrere del tempo. Mangiano un po' dappertutto gli inglesi: in metro, dove alternano la lettura, sugli autobus, per strada. Si parte dalla colazione, rigorosamente recuperata in uno dei tantissimi locali delle catene: Costa, Starbucks, Caffè Nero, Pret a Manger, solo per citare i più evidenti e famosi. Per il pranzo c'è l'imbarazzo della scelta, fra i chioschi che potete trovare in giro un po' dappertutto, nei mercatini, come quello di Greenwich, o in mezzo ai grattacieli di Canary Wharf, e che preparano specialità da tutto il mondo: Cina, Giappone, India, Stati Uniti, Vietnam e chi più ne ha più ne metta. Chi ha invece un po' più di tempo si siede nei migliaia di localini sparsi per la capitale. Su tutti, sono consigliabili Pret a Manger, che ha una buona selezione di materie prime, e Le Pain Quotidien, magari quello a Covent Garden, con vista sulla parte interna del mercato, che potrebbe essere una buona scelta anche per la cena. Mescolano la tradizione inglese leggermente rivisitata, allo stile e gusto francese per la panificazione, in un ambiente piacevole e curato, pur senza troppi fronzoli. E il conto è umano. Per fare acquisti enogastronomici e magari anche pranzare, il posto è invece uno e uno soltanto: Borough Market. A due passi dal London Bridge e comodissimo alla metropolitana, offre quanto di meglio voi possiate trovare a Londra in termini di enogastronomia. Aperto completamente solo il giovedì, venerdì e il sabato, tiene chiuso la domenica, ed è aperto negli altri giorni esclusivamente per il pranzo. Qui ci si può davvero divertire, fra carne di coccodrillo e canguro, e i mostruosi pesci inglesi pescati nell'Essex, con teste enormi e fameliche, corpi smilzi e nomi impronunciabili. E poi funghi: tanti, divertenti e sconosciuti; verdure: con una piccola scelta anche di prodotti locali, magari venduti dalle stesse fattorie che li coltivano nel Kent; spezie: da tutto il mondo; succhi di frutta: freschi, in bottiglia, immancabilmente colorati e conservati in cataste di ghiaccio; uova: free range ovviamente, e pure di oca. Ma il bello del Borough Market è l'atmosfera che ti avvolge appena entri, quel meltin pot enogastronomico e culturale che fa molto british. Un piccolo riassunto della città, di una Londra fatta di attimi. Attimi da cogliere e da assaporare, senza ritegno.

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