Attualità

Oste della Malora!

pubblicata il 03.10.2008

C'è questa cosa dell'etilometro, su cui molti hanno idee molto più chiare delle mie: che sono un reprobo umanista, e confido ingenuamente assai nelle peraltro sempre più sfilacciate virtù del buon senso. Senza entrare nel merito della legge che è legge dello stato che può essere discussa alquanto, ma intanto deve essere rispettata, considero che la maggior parte delle volte sono da solo, e non avendo autista il volante lo devo gestire io. Oppure in due, e la volta che il lancio della moneta dice che tocca a me di nuovo si pone il problema. Dunque nel 90% dei casi la bottiglia è eccessiva: la mancanza di alternative e l'amore sviscerato per il vino mi fanno propendere per la rinunzia, piuttosto che per il mesto abbandono della fiasca semipiena. E non secondariamente per motivi economici: già che i cartellini delle bocce al ristorante non è che siano di leggero impegno lasciar lì tanto bendiddio unisce la beffa al danno. Dunque: Oste! Oste della Malora (diceva Amedeo Nazzari in quel film) comincia a guardare avanti e pensa ad alcuna di queste soluzioni, che sarebbe atteggiamento assai più produttivo della litania "oh come siamo sfortunati noi che siamo piccoli e neri": 1) Ampia, molto più ampia scelta di mezze bottiglie: e in questo soffia nell'orecchio dei produttori che la mezza bottiglia non è l'Averno dello sphigaterrimus, ma scelta di saggezza; 2) Ampia, molto più ampia scelta di bottiglie in mescita: che in fondo potrebbero anche non essere penalizzanti dal punto di vista economico, magari attrezzandosi con adeguati strumenti di conservazione, magari soffiando nell'orecchio all'industria... 3) Una bella scritta in testa alla Carta dei Vini: "il tappo ermetico per portarvi a casa il *resto* della bottiglia velo offriamo noi". Cosicchè il giorno del mio ennesimo compleanno quando mi potrò permetter il pranzetto annuale e finalmente ordinare l'anelata bottiglia di Chateau Bisquit Platò Rouchon de la Plage se avanza me la porto a casa... E chi non beve con me... peste lo colga [op.cit.]

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