Cos’è e dove si mangia il pan tramvai: 5 risposte per scoprire un lievitato tradizionale dolcissimo e super energetico!
Un prodotto da forno delizioso, che racconta un importante pezzo di storia lombarda e che in tempi recenti si è riguadagnato un posto di primo piano nelle vetrine delle panetterie e sulle tavole di milanesi e brianzoli. Il pan tramvai è un cibo semplice, ma buonissimo. Se non l’avete mai assaggiato, non possiamo che suggerirvi di provarlo…
Che cos’è il pan tramvai?
Si tratta di un pane dolce, dal gusto rustico e dalla forma rettangolare o a bastoncino. Un lievitato con pochi ingredienti, fra cui dominano il burro e l’uvetta - caratteristica, questa, che gli vale da sempre il curioso soprannome di “panettone dei poveri”. In realtà è un cibo ricco di zuccheri e di sapore, che rimette in sesto nelle giornate più difficili!
Quando è nato il pan tramvai e perché si chiama così?
Nel secondo dopoguerra, e in particolare negli anni Cinquanta del secolo scorso, il pan tramvai era il classico pasto dei pendolari che, da Monza, andavano a lavorare a Milano in tram.
Il viaggio oggi può sembrare breve, ma allora richiedeva almeno un paio d’ore, sia perché le carrozze di un tempo non garantivano chissà quali velocità (e comodità), sia perché in campagna si doveva procedere con lentezza, per evitare possibili scontri con animali selvatici e non. Inoltre, molti dei brianzoli si recavano quotidianamente nel capoluogo lombardo per svolgere lavori pesanti, spesso in fabbrica o in officina, e quindi avevano bisogno di un surplus di calorie per affrontare la giornata.
Ecco allora che, nelle stazioni, si diffuse un pane sostanzioso e zuccherino, venduto insieme ai biglietti o addirittura dato, a fette, come resto al posto delle monete. Uno spuntino per alcuni, un pasto completo per altri: in ogni caso, un importante apporto energetico da gustare durante il viaggio in tram – o meglio, come si diceva allora, in tramvai (italianizzazione dell’inglese tramway). Ed è proprio da qui che nasce il suo nome.
Come si prepara il pan tramvai?
Pur con qualche accortezza, preparare il pan tramvai è tutto sommato facile, se lo si fa a casa. I forni e i ristoranti che invece vogliono produrlo e commercializzarlo devono prima fare richiesta al Comitato dei Maestri Pasticcieri della Brianza, e poi attenersi a un rigido disciplinare, nato per tutelare questo prodotto della tradizione lombarda.
Gli ingredienti canonici sono: acqua, farina, uova, burro, uvetta sultanina, lievito madre (“obbligatorio” a partire dal 2010: prima anche quello di birra, fresco o secco, era consentito) e sale. A piacere si possono aggiungere zucchero o miele, malto, vaniglia, aromi naturali, noci e fichi secchi; chi preferisce un gusto più rustico, inoltre, può mescolare farina bianca e farina integrale.
Il vero pan tramvai dovrebbe contenere almeno il 40% sul peso del prodotto di uvetta e almeno il 40% di burro. In altre parole, il quantitativo di uvetta impiegato è di gran lunga superiore a quello di altri ingredienti, a partire dalla farina, ed è proprio per questo che il pan tramvai è così dolce.
Una volta preparato, l’impasto viene fatto lievitare una prima volta, quindi diviso in pezzi e modellato a filone o messo negli appositi stampi rettangolari. Dopo la seconda lievitazione, più lunga, il pane viene poi cotto in forno, lasciato raffreddare e infine, a piacere, spolverizzato di zucchero a velo.
Dove si può comprare il pan tramvai?
Negli ultimi decenni era pressoché sparito dalla circolazione, gradualmente sostituito da spuntini più adatti a uno stile di vita ormai diverso. Ma, in tempi più recenti, è tornato a fare bella mostra di sé nelle vetrine dei panettieri milanesi e brianzoli, che hanno voluto recuperare questa significativa tradizione.
In effetti per gli anziani, che l’hanno conosciuto e mangiato nei suoi anni di gloria, il pan tramvai ha il sapore dei ricordi del passato. Ma piace molto anche ai più giovani perché è buono e genuino, preparato con ingredienti semplici e naturali.
Come e quando si mangia il pan tramvai?
Il pan tramvai è una colazione sostanziosa, perfetta per dare la giusta energia nelle giornate fredde – o in quelle che si prospettano particolarmente impegnative. Ma può anche diventare un’ottima merenda, magari in compagnia di una tazza di tè, o persino un dopocena, con un bicchierino di vino dolce o, perché no, di liquore.
In realtà, il suo gusto zuccherino si presta anche ad abbinamenti curiosi e, se amate i contrasti, potreste per esempio provarlo al momento dell’aperitivo, magari leggermente tostato, in compagnia di una fetta di prosciutto o salame, o ancora con formaggi freschi o stagionati. Scommettiamo che vi sorprenderà!
Noi lo abbiamo provato così, con formaggio spalmabile e fettine di pera. Delizioso.
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