Attualità

Peter Wachter - Taschlerhof

pubblicata il 03.06.2008

Varcando il cancello del Maso Taschlerhof, a pochi minuti dall'uscita di Klausen sulla Brennero, provi una sensazione come di lacerazione: da un lato l'edifizio tradizionale, con tutte le icone che t'aspetti in maso atesino. A fianco, costruito in aderenza, un bel corpo di fabbrica dal design sobrio e "lanciato": pietra, legno e cristallo. Sobrio, elegante, quel che hi-tech che è al tempo stesso significato e messaggio: e lo capirai dopo pochi istanti quando Peter Wachter, occhi curiosi e mano tesa, ti verrà incontro per guidarti nella confortevole e per la verità bellissima nuova sala di degustazione. I 4 ettari di proprietà, coltivati a Guyot ad inceppamento fitto, sono passati nella mani di Peter da meno di vent'anni durante i queli i vini del Maso si sono progressivamente affinati, asciugati, identificati. Perchè la sensazione più evidente che conserverai di questo incontro è proprio la strenua ricerca di uno stile personale attorno a pochi elementi: una composizione di poche note, se volessimo raccontarla in musica, un quartetto d'archi: Sylvaner, Gewurztraminer, Kerner, Riesling, 100% Eisecktaler. Il 2007 pare essere un millesimo anche migliore delle attese: tre giorni di vento caldo dal sud, dice Peter, e siamo corsi a vendemmiare. L'alcool è esploso, l'acidità era esuberante, il frutto perfettamente maturo. Poi nei mesi freddi tutto si è contemperato in armonie decise, volitive. E già ascolti questo motivo risuonare nel Gew, del tutto lontano dai mielosi prodotti usi dalle parti di Kurtatsch, così attorcigliati attorno alla treccia legno-dolce-fruttato da risultare spesso perfetti per un assaggio, stucchevoli per una bevuta. Diverso, asciutto, sapido, scavato nei toni medi e vasto negli estremi. Sorprendente e particolare, veleggiante sui suoi poderosi 15° di targa. Interessante anche il Kerner, anch'esso pontente, con un aspetto più rustico alla bocca ma ugualmente complesso al naso, generoso ed austero al tempo. Rinunciato al Riesling, il cui raccolto era ancora troppo esiguo per averne una linea dedicata, ecco esplodere uno dei Sylvaner più emozionanti : la versione base forte di ben 14.5° esplode - letteralmente - al naso pur conservando una certa eleganza, ed una finezza ancor meglio espressa all'assaggio. Raffinatissima la selezione Lahner, proveniente da uva raccolte in due passaggi nei vigneti più alti: la prima a metà ottobre per circa il 50%, la seconda due/tre settimane più tardi, alla ricerca di una leggera surmaturazione. Peter racconta la sommatoria delle sue esperienze con un entusiasmo misurato, che è quello che ti aspetti da un vignaiulo atesino che ha la ragione della sua vita su un pendio inclinato a 45° che parte dalla soglia di casa. Quello che c'è di forza nel racconto è che tutto si tiene, senza altri commenti, nel fondo del bicchiere, come una storia circolare. Ne sarai colpito, ed affonderai volentieri il naso nel cristallo, inspirando forte: per non perdertene nemmeno un'oncia.

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