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Il ritorno di Planet Farms, fra nuove insalate, due tipi di pesto e tanti progetti per il futuro

pubblicata il 09.10.2024

Ferita ma non abbattuta dall’incendio che ha colpito la sede di Cavenago, la startup italiana dell’agricoltura verticale riparte da un nuovo impianto produttivo e da nuove foglie di insalata, più grandi e saporite. E nel 2025 inizia lo sbarco a Londra

La notizia sembrano le 6 nuove insalate e le due varianti di pesto, ma in realtà la notizia è che Planet Farms è tornata: dopo lo spaventoso incendio che lo scorso 22 gennaio ha praticamente raso al suolo lo storico e futuristico stabilimento di Cavenago, la startup dell’agricoltura verticale (cos’è?) ne ha costruito a tempo di record un altro a Cirimido, a poca distanza ma in provincia di Como.

Doveva essere un secondo impianto e doveva essere pronto a inizio 2025: è diventato il principale e (per ora) unico ad autunno 2024 e non era per nulla scontato che accadesse.

Fondata nel 2018 da Luca Travaglini e Daniele Benatoff, Planet Farms è un unicum nel panorama agricolo italiano, non solo perché è stata la prima a credere in questo tipo di coltivazioni ma soprattutto perché le pratica con un livello di attenzione e di cura per il dettaglio che definire maniacale è dire poco (qui il nostro racconto dopo una visita nel loro hub di Cinisello).

Il colpo ricevuto dalla distruzione dell’impianto di Cavenago, da cui uscivano circa 1,5 tonnellate di insalata al giorno, coltivate sull’equivalente di 10mila metri quadrati di terreno, non è un colpo da poco e non è un colpo da cui era facile riprendersi.

Ce l’hanno fatta, da quello che ci hanno raccontato, “mettendoci tecnologia e cuore”, con la volontà e l’impegno di non licenziare nessuno nonostante lo stop forzato e la conseguente mancanza di introiti, di trasformare una cosa brutta in una cosa bella e soprattutto di investire tanto in ricerca e sviluppo, così da avere prodotti nuovi (o comunque migliorati) al momento della ripartenza: “Abbiamo sfruttato questi mesi di stop forzato anche per migliorare i nostri asset tecnologici, per questo lo stabilimento di Cirimido è ancora più evoluto del precedente in termini di automazione, efficienza e capacità produttiva, che a regime sarà oltre 3 volte quella dello stabilimento di Cavenago - ci ha spiegato Mara Valsecchi, CEO di Planet Farms Italia - Il nuovo impianto sorge su un’area complessiva di 40mila metri quadrati, di cui 11.500 dedicati allo stabilimento, con una superficie netta di coltivazione pari a 20mila metri quadrati, posizionandosi tra le più grandi vertical farm a livello globale”.

Ancora: “La realizzazione del nuovo impianto ha previsto l’implementazione di un’area logistica contigua con il reparto produttivo e di un sistema interamente automatizzato e interconnesso, che consente di efficientare, automatizzare e digitalizzare tutte le operazioni. Inoltre, grazie a tecnologie all’avanguardia, l’intera filiera produttiva, dalla semina al confezionamento, è concentrata nello stesso luogo”.

Le nuove insalata hanno le foglie più grandi

E quali sono questi prodotti? “Dopo mesi di intenso lavoro di ricerca e sviluppo - ha sottolineato Valsecchi - torniamo sul mercato con le nuove referenze di Frescaah e Pestooh (insalate e pesto, ndr) che confermano gli altissimi standard di qualità, freschezza e gusto che contraddistinguono da sempre la nostra offerta”.

Ancora: “Siamo certi che le nuove proposte conquisteranno il palato dei consumatori affezionati che stavano attendendo il ritorno di Planet Farms a scaffale, ma anche di coloro che non avevano avuto sinora l’occasione di gustare la bontà dei nostri prodotti”. Anche noi in cucina aspettavamo il loro ritorno, non solo per il loro gusto ma anche perché sono fotogeniche, che non guasta mai.

Le insalate, il cui nome dovrebbe evocare lo stupore che si prova quando le si assaggia, sono 6 in totale: due monovarietà (Lattuga Gentile e Baby Iceberg) e 4 mix (Misticanza, Mix Delicato, Mix Vivace e Mix Rustico), non tutti nuovi ma tutti ora composti dalle cosiddette teen leaves, cioè foglie di dimensioni più grandi che dovrebbero regalare maggiore croccantezza e maggiore intensità di gusto e anche permettere una più lunga conservazione del prodotto. Da quello che abbiamo potuto capire durante la nostra breve prova di assaggio, decisamente si percepisce più consistenza al palato.

Le confezioni da 80 grammi delle insalate, che sono nuove e di carta riciclabile, costano 1,99 o 2,19 euro a seconda delle varietà, si comprano in diverse catene di supermercati italiani ma anche online su Cortilia o Glovo.

Che sono gli stessi posti dove ci sono anche i due tipi di pesto prodotti da Planet Farms. Anzi, i due tipi di Pestoohclassico e senza aglio. In entrambi i casi, e come in effetti dev’essere, la lista degli ingredienti è cortissima: appena 7, che diventano ovviamente 6 in quella priva di aglio. Il più importante, il basilico, è “coltivato in ambiente protetto e in totale assenza di pesticidi a partire da semi puri e non trattati”.

Anche qui il packaging è tutto nuovo, con il vasetto di plastica riciclabile che mostra il prodotto e la copertura di cartoncino verde scuro che ne evidenzia le caratteristiche principali, che fra l’altro comprendono anche una shelf-life incredibilmente lunga (oltre 35 giorni) pur se in assenza di conservanti o acidificanti.

Questo è uno dei vantaggi del pesto di Planet Farms, che si unisce al fatto che le insalate non hanno necessità di essere lavate perché (come ci fu spiegato durante la nostra visita) non entrano mai in contatto con nessuno e dunque non possono essere contaminate da alcunché.

Per entrambe le linee di prodotti c’è ovviamente anche il minore impatto sull’ambiente grazie al modo in cui sono coltivate le materie prime. Che per qualcuno potrebbe anche essere il motivo principale per l’acquisto.

Il futuro di Planet Farms, fra nuovi mercati e nuovi prodotti

Quello che possiamo aspettarci dall’azienda nei prossimi mesi e anni va esattamente in questa direzione, come ci ha confermato Valsecchi: “Il nostro focus principale rimane la coltivazione di insalate ed erbe aromatiche, tra cui il basilico, con il quale produciamo il nostro pesto fresco. Parallelamente, negli ultimi anni abbiamo allargato il nostro potenziale campo di azione, ottenendo ottimi risultati con la ricerca legata a caffè, cotone, lino e grano: si tratta di colture che hanno tempi di produzione, lavorazione e trasporto molto lunghi e risentono fortemente degli effetti dei cambiamenti climatici. Le innovative tecniche di vertical farming che abbiamo sviluppato ci aprono prospettive importanti, anche in ambiti differenti da quello alimentare”.

Quanto ai canali di vendita, oltre a incrementare la distribuzione sul territorio nazionale “grazie ai nuovi accordi” siglati con vari rivenditori, “ci espanderemo anche a livello internazionale grazie al recente ingresso in Coop Svizzera”. Non solo: “Ufficializzeremo alcune partnership con primari retailer inglesi, che serviremo con la nuova vertical farm di Londra, dove i lavori partiranno nel 2025 e l’avvio della produzione è previsto per il 2026” e “le esportazioni riguarderanno prossimamente anche il mercato olandese”.

La redazione

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