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Prosecco di Treviso Doc… di padre in figlia: Carolina Gatti

pubblicata il 07.07.2011

Tempo di lettura: 3 minuti Gli AC/DC cantavano “It’s a long way to the top if you wanna rock and roll”. Carolina Gatti sembra aver impresso questo monito negli occhi e nel cuore quando racconta la sua vita in vigna mentre passeggiamo tra i filari di prosecco con impianto Bellussi a raggiera che ci fanno da pergolato in una domenica di sole nel trevigiano. A Ponte di Piave si trova quello che Carolina chiama “il nostro piccolo feudo” riferendosi all’azienda di famiglia, dove lei dopo gli studi in enologia segue la vigna e la cantina con una commistione tutta femminile di caparbietà, destrezza e sensibilità e soprattutto con un'energia travolgente. E ad essere sincera se dovessi descrivere un’azienda agricola a conduzione familiare, quella della famiglia Gatti potrebbe esserne quasi un archetipo. Il padre Lorenzo, cappello di paglia e camicia da vigna anche di domenica, nonostante io sia evidentemente coetanea della figlia, mi saluta dandomi del lei, con il rispetto della nobile cultura contadina di una volta, quasi a omaggiare la forestiera venuta da Milàn, ma dopo pochi passi il suo sorriso si allarga mentre mi mostra con orgoglio l’ordine dei vitigni e mi descrive le diverse età degli impianti. Mentre mi parla della sua paura più grande ora, ovvero la grandine*, incrociamo “la Renata” che rientra con le uova,  dopo le "viti del prosecco", subito prima del Merlot, dove c’è “il suo regno” insieme all’orto, un pollaio con gli anatroccoli e i pulcini-condor (col collo spelacchiato). Il fratello di Carolina, Lino, è agronomo e così il poker d’assi è al completo. Ah scusate..dimenticavo: ci sono anche due mucche da carne, ed è evidente che qui il diserbo non si fa perché serve il fieno, e il concime non è chimico perché c’è il letame (beh quello non lo fanno tutto le due mucche di Lorenzo.. è ovvio!). Carolina è la classica ragazza di cui mia nonna avrebbe detto “ha l’occhio vispo”, ovvero quei tipi spicci e pratici che hanno le mani veloci nell’agire ma osservano ed elaborano velocemente per non lasciare nulla al caso. Suo padre Lorenzo la guarda specchiandosi anche mentre si “beccano” per le minuzie di cantina, ma si vede che si fida ciecamente e che le mani di lei sono il frutto del lento travaso dalle sue dell’esperienza, unita agli studi e alla capacità visionaria che solo certi giovani hanno.  Non c’è rapporto di padre in figlia che non abbia scintille, specie nella conduzione dell’azienda di famiglia, quando tu resti comunque la bambina di casa anche dopo la terza telefonata del “come hai fatto a..?beh fallo tu perché io non so”, e quando tra i clienti c’è quello che ancora dice “posso parlare col babbo?” anche se sei ormai il volto dell’azienda perché tolte le braghette corte da travaso ti metti i tacchetti e vai alle degustazioni e alle fiere, pur confortata dal fatto che il papà è a curare il dissodamento e quindi va tutto bene. Carolina è la quarta generazione, di certo quella dell’intuizione (il Raboso 2008 passato in barrique è stupefacente senza dubbio alcuno..si attende imbottigliamento!), ed ha la fortuna di poter fare ancora tesoro delle conoscenze originarie, quelle della rifermentazione in bottiglia sui lieviti indigeni del vino base, come si faceva una volta, senza filtrare. Quando ci sediamo ad assaggiare la nuova annata di Prosecco Sur Lie si sente il lavoro che ora è a quattro mani: c’è più finezza dell’annata precedente, la bolla è piccola ma non sfugge, si sente il fieno, i fiori di campo, quasi un finale di camomilla e per ora una lieve mandorla a chiudere, che nella maturazione in bottiglia tornerà con più vigore insieme a quel velo di acacia che ora sostiene l’equilibrata acidità e soprattutto una mineralità di gesso che caratterizza questo vino. E’ il tramonto, la Renata mi saluta e mi regala sei uova, di quelle appena fatte, e Lorenzo mi dice “alla prossima volta”, mentre Carolina si guarda intorno. So già a cosa pensa: che il weekend è finito e domani si arriva presto, perchè finita la cantina sarà il turno di lavare la pressa. Ci si prepara alla vendemmia, tra poco più di un mese. *ndr: Capisco la preoccupazione di Lorenzo nel raccontarmi della paura-meteo quando scopro che la grandine si è abbattuta “a fasce” su Valdobbiadene con violenza pochi giorni fa, e il sopralluogo tra grappoli marroni e spogli nonostante le reti protettive mi ha colpita, ma è la natura… SOUNDTRACK: Pearl Jam - Force of nature

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