Attualità

Questione di etichetta

pubblicata il 18.10.2012

«Da oggi gli italiani potranno comprare prodotti ancora più sicuri perché sapranno sempre da dove provengono. È finita l'era del falso "made in Italy" agroalimentare che danneggia i nostri prodotti tipici e tradizionali». Con queste parole l'allora Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan aveva magnificato l'approvazione all'unanimità da parte della Commissione Agricoltura della Camera del disegno di legge che rendeva obbligatoria l'indicazione dell'origine sull'etichetta dei prodotti agroalimentari. Era il gennaio 2011, e poco dopo veniva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 4/2011 «Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari», con ampia soddisfazione a destra, al centro e a sinistra.Sembrava allora un passo fondamentale verso la trasparenza nei confronti dei consumatori, e un mezzo importante di difesa nei confronti di prodotti di dubbia provenienza. Ricordiamo tutti le mozzarelle blu, il pomodoro concentrato di origine cinese che magicamente diventava passata Made in Italy, il formaggio fluorescente.Il punto fondamentale della legge risiede nell'obbligatorietà di indicazione in etichetta della provenienza dei prodotti alimentari - tal quali o trasformati - oltre che l'eventuale utilizzo di prodotti OGM in qualunque fase della filiera. Una cosa che appare ovvia alla maggior parte dei consumatori, ma rivoluzionaria nel suo piccolo. Tutto bene dunque? Non proprio,  perché la legge prevedeva e prevede l'emanazione di decreti interministeriali per stabilire le modalità di indicazione in etichetta di queste caratteristiche.A distanza di ormai due anni dei decreti nemmeno l'ombra. Pare che la colpa sia di Bruxelles, che giudica la legge contraria alla libera circolazione delle merci all'interno dell'Unione Europea. Ma non basta, perché abbiamo anche rischiato una sanzione per aver legiferato su una materia di competenza comunitaria. La Commissione Europea non se l'è sentita però di infierire, e ci ha solamente chiesto di aspettare fino all'approvazione di un Regolamento Comunitario in materia. E noi aspettiamo.

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