Attualità

Ratatouille

pubblicata il 04.11.2007

Ora non vorrei trastullarmi con l'aspetto culinario di Ratatouille. C'è chi l'ha fatto benissimo, rifacendo le ricette a ritroso come l'ineffabile cavoletto, e chi ha menato il torrone a lungo su questo quell'aspetto, rischiando di parlare del film soprattutto per parlare di sè. Pare improprio che l'indegno scriba si discosti da questa linea da speleologia delle fonti, lasciandosi trasportare più dalla fiaba sottotraccia che dalla traccia in sè. Infatti precipiti fin da subito nelle espressioni d'estasi del ratto che annusa e assaggia, uno tra molti, scombinando le abitudini delle algide (e pratiche) pantegane che lo circondano. La magìa grafica dei tizi della Pixar sta raggiungendo livelli stellari, ma non è questo che tange. I personaggi acquistano il tutto tondo proprio quando più si scostano da un inutile realismo: Linguini è più vero perchè impossibilmente imbranato, Colette è invece troppo *carina* e troppo manesca per essere credibile. La brigata di cucina è una congrega di simpatiche macchiette, tutte ben dipinte con le idiosincrasie tipiche di ogni gruppo composito, ma i capolavori coreografici di questo film sono il callido Skinner, chef dall'ingordigia monetaria contrapposta alla solare, immensa grassezza del compianto Gusteau, e l'adorabile Anton Ego: perfetto, semplicemente perfetto. Del Plot non c'è bisogno di dire: ci sono i buoni, ci sono i cattivi, e nella favole si sa come va a finire seppur tra avventure tragicomiche d'ogni specie. Per gli appassionati di pedagogia, un paio di sorprendenti indicazioni, che si staccano un po' dalle stucchevoli cenerentole che aspettano principi azzurri possibilmente miliardari che le emendino dal lavoro quotidiano. La prima sulla famiglia: va bene che la famiglia è la cosa più importante, e che quando non rimane più nulla c'è sempre la famiglia eccetera: ma s'apprezza il segnalino neanche tanto ascoso, che per raggiungere i tuoi sogni è meglio che la famiglia te la togli di torno, e se non è tanto tardi è meglio. La seconda che per una volta non abbiamo una mamma immanente che ci salva dalla tonsillite e dalla tosse cattiva, ed è un bel sapore, ma solo una mamma amorosa e peccatrice, che tira fuori la briscola al momento giusto. Poi che l'imbranato faccia colpo sulla bella, beh, questo serve a ricordarci che stiamo guardando una favola. Nella vita no, non va così.

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