Attualità

Ristoranti | Becco d'Oca, Pieve Rossa RE

pubblicata il 31.07.2009

Ce ne vuole, per portare l'amico siciliano - vulcanico, direi - a cena in Emilia senza lasciarsi tentare dalle verzure dell'emilianità. No, per stavolta non c'era spazio per tortelli e lasagne, ragù e gnocchi fritti: il fine someliè e goloso conversatore andava pregiato di una Tavola che mettesse un po' di sale nel piatto. E dire che Licia Cagnoni il sale usa con parsimonia: estrema. La sua cucina ha tutte le vocali virate al femminile, non ostante il piglio deciso con cui si abbandona ad una composizione dei piatti direi elementare: che non è sinonimo di banale, anzi direi: il contrario. Nel dehor bellissimo, ed in verità torrido nella torrida pianurka reggiana, avrai la scelta di un menù tradizionalmente diviso nell'esatta metà di carni e di pesci. Tra falangi di zanzare in parte arginate dalle grandi tende di vuàl, avrai una tartare di mango e spada, con un bella salsa acida a conigare verbi di freschezza. Per principio, un'insalata di astice deliziosamente semplice, folgorata da un'addizione di Tropea velo invero perfetta su tutto. Il Riso Carnaroli con le capesante non è un risotto, che si chiama proprio così: ed è reso all'onda, delicato e vero. Tra le pietanze t'accontenta la triglia fritta - con una friabile volumetrica pastella - accompagnata da una insalata di pomodori costoloni tenuti al verde e una valerianetta di cui faremo sempre a meno. Imperdibile il dessert, una gustosa bitonale tra mousse di latte di capra e frozen di dragoncello. Connubio azzardato, risultato struggente. Caffè di Frasi, che come ognun sa vale il viaggio, e rhum Caroni per chi non guida. Fan sessanta alla cassa, di adeguata felicità. Micragnosa l'opinione dello scriba nella visita precedente. Questa unreview è dedicata a Zorro, al secolo L.Z. Molto 1.0 senza camera nè libbriccino, a Vossia piacendo.

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