Attualità

Ristorazione | Continuiamo a farci del male?

pubblicata il 22.06.2010

Non la farò lunga: ma due parole sul "colore dei soldi" le vorrei dire. Il Piastrino: è il locale di Riccardo Agostino, chef dal curriculum prezioso: Vissani e Povero Diavolo tra gli altri. Una bella tavola in un bel posto con una bella cantina, profusione di sorrisi e una cortesia come un abbraccio. La Gran Degustazione contiene: un sfizio, due antipasti, 6 tipi diversi di pane fatto in casa; un primo, una pietanza, un pre-dessert che ne vale uno vero e un dessert. Piccola pasticceria a chiudere. Almeno un piatto da urlo sperticato (le quaglie) e un altro paio da portarsi via nel cuore. Spesa? 45 eurini. Esperienza di gran valore in assoluto, una delle più grandi relativamente al rapporto soldi/felicità. In pochi posti nel mondo di mangia così spendendo così. Clienti? pochi, di venerdì sera. E' vero, il locale è fuori mano, per arrivare all'austera Pennabilli occorrono 45 minuti fitti di curve e controcurve, da Rimini. Eppure questa è una esperienza ad un costo: no accettabile, ma addirittura contenuto.
La Battigia: un locale sulla spiaggia di Misano Adriatica, piuttosto curato e specializzato in cucina marinara. Degustazione di pesce di tutta sicurezza: antipasti freddi e caldi, due assaggi di primo (immagina tagliolini con il ragù di pesce e spaghetto alle vongole) grigliata all'adriatica, fritto. Dessert. Gli stessi 45 euri. Tutto nel limine della cucina di bordo mare, seppur con un occhio alla materia. Le cotture della pasta sono abbastanza precise, il fritto discreto, ma la routine fa aggio su tutto. Gli antipasti sono telefonatissimi, anche se corretti, tranne qualche esitazione quà e là. C'è un piccola cantina di bianchi, soprattutto referenze commerciali. Il locale è pieno il sabato sera: ed è una serata fredda, piovosa, che induce a stare in casa. Il servizio incespica visibilmente, s'impianta del tutto nel momento di massimo afflusso: ma è condito con cortesia non affettata. Onestamente, sopra la media del lungomare, per intenderci.
Entrambi i locali hanno dignità. Entrambi hanno una mission chiara, senza ambiguità. Entrambi possono pretender la medesima cifra di rispetto: non è nemmeno indispensabile redigere una seppur corta classifica. La questione dunque non è se il corrispettivo della loro prestazione è adeguato o no, entrambi hanno una formulazione chiara ed onesta del loro prezzario. La domanda è: non dico più da una parte che dall'altra, ma perchè la folla non si fende in almeno due ali? Non è questione di costo, perchè la spesa è uguale. Non è questione di piacevolezza, perchè non v'è paragone alcuno. E non può essere solo questione di chilometri, suvvia. Non nell'era del teletrasporto.

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