La storia d'uno chef altamente astronomico fa più o meno così.Sulla scia di Gualtiero (“Marchesi è stato la mia stella polare, ha fatto la (mia) rivoluzione in cucina”), e altri grandi che l'hanno illuminato, con le nuove e brillanti competenze acquisite dai suddetti, pian piano anche il suo toque blanche impara a seminar astri a cinque punte.A Firenze (Enoteca Pinchiorri), ad Erbusco (Albereta), poi a Piobesi d’Alba (Le Clivie).Poi ecco arrivare la co-meta Peck, stellare “alimentari, g-astronomia con cantina” meneghina, la più chiccosa che ci sia. Che lo invoglia a fermarsi nel 2001.Inizia la sosta milanese, continua la pioggia di stelle.Lampi di genio dan luce ad una cucina (bunker) attenta ed intelligente. Rispettosa, che s'inventa a non buttare via nulla, e che guarda ad esaltare i sapori per sintesi e ricerca.Ricerca di idee grandi come il sole, giallo, rotondo e perfetto. Come il suo tuorlo marinato.E ricerca di materie prime che le richiedono e ne conseguono. Che sa dove e come trovare, scegliere.Dalla galassia carne può chiamare l’amico
Motta o affidarsi al suo braccio destro Baronetto, che gli propone giusti tagli di quella "fassona molto compatta ed asciutta, senz'acqua, setosa" che sa lui. Dalle stelle alle giuste stalle, insomma.E poi quei corpi celesti che gli fan da contorno potrebbero giungere dal grande carro de “L’ortolan puse vecc de Milan” che bussa quotidianamente alla porta del suo (dal 2007) ristorante di via Hugo.Ricerca ch'è anche filosofia. “Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi”. (E così anche Nietsche m'aiuta nel paragone).Difatti e per esempio, la new entry Acd, “diverse acidità, tonalità acide da gustare insieme” (c'è bottarga, buccia di limone, erba di carota, acetosella lessata -unico elemento cotto- olio e colatura di alici) si racconta in un ordine non-prestabilito, che va gustato a temperatura ambiente, ed è molto profumato.E' caos ordinato, per l'appunto. Che danza da febbraio nel sistema solare del suo menù.E' poi astronomico anche per ragioni satellitari.Sky lo vuole (insieme ad altri due “divi” che come lui, ma a loro modo, san tutto-tutto di cucina e ristorazione) alla conduzione e giudizio di un master televisivo di successo. Quest’anno, per la seconda volta. Perchè sì, sa esser pure (inconsapevolmente?) chef star della tv.Per di più, magazine vari di e alla moda lo immortalano in scatti da sex-symbol per le loro copertine e raccontano in servizi di pagine. Eccolo aspro e duro in posa con bella-modella-biotta-americana, eccolo zucchero con la sua dolce metà, il suo lume preferito.E a proposito di cuore, è in “Io sono l’amore” di Guadagnino che una delle sue chicche di benvenuto-aperitivo recita al fianco di Tilda Swilton. E' quindi consulente culinario per il cinema, e produttore (ma ormai lo sappiamo) di buonissime star.Vogliam poi dar retta ai rumors? Allora immaginiamolo in versione astro-nauta: sarà lui alla conduzione del futuro astro nascente della cucina griffata da un brand dell’alta moda, in galleria a Milano? Chissà.Ad ogni modo è sicuramente supervisore del Trussardi alla Scala, ha veramente firmato la cena che nel 2011 ha servito i ventisette Capi di Stato, è sul serio autore di quattro libri, nonchè reale testimonial dell'acqua d'un Santo. E presente papà di tre bimbi.Altra certezza, suggerita dal titolo della sua ultima opera, è che usa lo scalogno.Altrimenti il
figo (g)astronomico in questione... non si chiamerebbe Carlo Cracco.