Attualità

Romeo Bruni a Villa Patrizia, Maremma 100%

pubblicata il 12.09.2008

In mezzo a un pomeriggio canicolare prendo il telefono e compongo il numero, 0564 eccetera. Di Villa Patrizia più d'uno parla bene: avevo sentito lo Sciamareti, che avevo trovato interessante per l'uso di vitigni, diciamo, desueti come il Procanico (in realtà una varietà del Trebbiano, altrove chiamato Trebbiano Toscano). Risponde una voce umana, chiedo se la cantina è aperta che vorrei fare un salto a prendere un paio di cartoni. Dice, la voce, E' aperta sì, ed è come se attraverso l'etere sentissi la voce sorridente. Chiedo fino a che ora, che devo arrampicarmi fino a Roccalbegna e sono a Talamone. Senta, dice, alle diec'emmezza vado a letto, poi veda lei, ed ora la voce ride apertamente. Imbraccio l'auto tedesca forte di fianchi e mi incammino lungo la strada con molte curve e qualche rettilineo che porta a Cana, attraverso un paesaggio multiforme e variegato: ma piano piano, che all'improvviso vedo il cartello Villa Patrizia, grande come un quadernetto, e svolto nel cortile immerso nei vigneti, destra sinistra, sopra, sotto. Mi si fa incontro un Signore, gajo e ben tenuto che mi porge la mano, quasi aspettasse solo me. Dice Venga, stiamo degustando. E' Romeo Bruni, un ragazzino di 76 anni decimo di undici fratelli, mobiliere d'arte per missione e vignaiuolo per vocazione: uno di quei personaggi che devi assolutamente conoscere. Perchè è vero. C'è da assaggiare il Valentane, che ti porge nel bicchiere con l'orgoglio di un padre, e l'Orto di Boccio , il Montecucco riserva. Ma il risultato dell'alchimia non interessa già più, perchè quello che c'è da imparare qui è la gioia di vivere una passione: per tutta la vita. Bruni continua a parlare senza smettere di sorridere, e ti racconta delle prossime cose che farà: un miglioramento delle attrezzature in cantina - Ma piano eh, che ci voglion questi, e sfrega il pollice e l'indice - un nuovo impianto, che darà il primo euro nel 2012. Bruni, decimo figlio di undici, era figlio di un bravo cantiniere, l'unico autorizzato dal padrone a fare il vino buono. Mai arreso alla routine del lavoro di falegnameria, all'alba dei '60 comprò per un milione un appezzamento in Cana, con vigneti e frutteti. Lì iniziò l'avventura che ancor oggi coinvolge la famiglia e il suo sangue fino all'ultima stilla, un naturale prolungamento degli spettacolari rossi che si producono qui. Mentra caracolla nella sua "piccola cantina" senti fluire l'amore puro per quel mestiere di vignaiuolo che gli occupa il cuore: lo vedi da come accarezza le barriques, conosciute quasi una per una. Lo vedi dalla precisione certosina con cui conserva gli attrezzi del mestiere, dalla pistola a pressione al tubo di condotta. Lo vedi da come ti racconta i particolari della "sua" imbottigliatrice, impervi a chi non ha una stretta preparazione tecnica ma resi poetici da quel tocco di fervore. La stanza condizionata per conservare il vino imbottigliato: tutto costruito pezzo per pezzo, come un immenso articolo di Lego, per arrivare proprio lì dove si materializza la sua idea di vino. Perchè poi, nel crepuscolo, mi prende per il gomito e fa un breve gesto con la mano ad indicare, Ma guardi, guardi lì. Per forza il vino vien bono!
Perchè l'epopea di Villa Patrizia sta tutta qui, tutto parte dalla vigna: con l'impianto, la cura dei sesti, delle rese, delle sfogliature e delle esposizioni. Poi c'è un lavoro oscuro in cantina, quasi per sottrazione: le riserve ben di più dei 12 mesi minimi previsti, ma anche i vini base con un "passaggino" in botte di secondo e terzo vino a cercare quella composizione di forze contrastanti che lacerano il Sangiovese.Due Denominazioni, Morellino e Montecucco, e due tagli: la Riserva e il vino base. Oltre al bianco Sciamareti, ambitissimo e sempre esaurito.Dal 2006 ogni linea prende il nome del podere da cui proviene: l' Istrico, il Lorneta, Le Valentane, L'Orto di boccio. Per capirli i vini di Villa Patrizia mica puoi solo assaggiarli: devi ascoltarli, sopra tutto le riserve: dense di carattere, di personalità.Appena porti al naso il Morellino Riserva Le Valentane comprendi tutto della filosofia di vita di Bruni: schiettezza, sincerità, passione. C'è poco altro da dire di un bicchiere che racchiude la forza e la potenza, ed anche la parsimonia con cui il Sangiovese si concede, sintetizzati con una classe ed uno slancio d'altra categoria. Più meditato l'Orto di Boccio, una riserva di Montecucco di stoffa e nerbo pregiato, appagante al sorso e quasi più agevole alla beva, entrambi in versione 2004. Leggi di sottecchi il listino prezzi, e ti sorprendi della onestà dei cartellini.Ti accompagna fino all'auto Bruni, fatica a lasciarti la mano che ti ha stretto di una salda ed asciutta stretta giovanile.E ti giri a fare ciao mentre imbocchi la strada con molte curve e pochi rettilinei, perchè sai che l'arrivederci che ti ha detto, no, non è solo una formula di saluto.

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