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Sassicaia: 21 anni in verticale

pubblicata il 12.12.2012

Non capita tutti i giorni di trovarsi faccia a faccia con oltre venti annate di Sassicaia - chi non conosce il famoso rosso Bolgherese - in degustazione. Per chi come me pratica il bicchiere con passione e dedizione quotidiana, che si è formato sul finire degli anni ottanta sorbendosi tutta la sbornia della "enomania", questo vino è il mito. La nascita di un vino italiano che finalmente urlava l’ambizione di vedersela pari a pari con i cugini d’oltralpe, che dichiarava sin dal principio il coraggio di giocare il campionato dei grandi vini internazionali. Su questa vigna pietrosa, gli appennini alle spalle, il mare di fronte, una grande escursione termica che dona al vino le sue straordinarie caratteristiche, il primo millesimo a essere imbottigliato è stato il 1968. Prima il marchese Incisa della Rocchetta aveva sperimentato questo taglio bordolose solo per amici. Il Sassicaia è da sempre un taglio bordolese (cabernet sauvignon e cabernet franc) nato dalle somiglianze con il terreno di Graves. Vedere le bottiglie schierate è impressionante, mi fa tremare le gambe. Ho sempre bevuto questo vino, fin dai primi corsi di sommelier negli ottanta, ma sempre come un evento. Una singola bottiglia, magari due millesimi schierati e incrociati per gioco, Vederne 21 è un’emozione, iniziare a vederli danzare nel bicchiere una gioia. Ma vediamoli: 1989, naso tipico e varietale molto toscano nei profumi, netta la frasca del cabernet franc. In bocca un’acidità sferzante e una netta nota sapida dall’aria del mare. Al secondo passaggio nel bicchiere note di cioccolato e humus, in bocca rotondo e con un bellissimo tannino. Godibilissimo. 92 1990, naso evoluto e caldo, ossidativo, come molti 90 in toscana. Il frutto è cotto dall’annata calda e gli anni lo hanno scoperto. Humus e terra, anche cioccolata. In bocca alla fine è più in forma di quanto sembri. Il frutto è ancora vivo, l’acidità integrata si sta per scindere. Al secondo passaggio scomposto e oliva al naso, scisso in bocca. 78 1991, naso balsamico e molto integro, anche la frasca ed una nota pirazinica, da Merlot. La bocca è distesa su una acidità molto composta. La trama tannica è setosa ma viva. Chiude su un tannino leggermente spigoloso. Al secondo passaggio nitido e più vivo, la bocca nervosa e scalpitante ha ancora vita davanti. 90 1992, naso leggermente lattico e confezionato, anche se molto elegante e morbido. Il frutto è nitido e preciso, poi le note piraziniche del taglio. In bocca il frutto è maturo e avanti, la trama tannica molto rotonda e morbida, ma meno incisiva. Secondo passaggio il frutto è più maturo e la bocca è scollata. Evoluto. 86 1993, succoso e dolce, il frutto è nitido, con una nota balsamica di macchia mediterranea. La bocca è nervosa e sapida, un po’ piantato al palato ma a fuoco. Poco dinamico, al secondo passaggio è vivo e più semplice, la bocca chiude leggermente amara. 89 1994, naso molto lattico e confezionato, il frutto è un po’ scombinato e poco dinamico. In bocca scabro e inchiodato, mentre il frutto è a fuoco, la scia marina viva ma più scarica, al secondo passaggio si conferma con tannini un po’ polverosi 87 1995 annata più calda e si sente. Il frutto al naso è più maturo, quasi al limite, però ha anche una bella nota mediterranea tra macchia e iodio. In bocca è molto elegante, non enorme, una bella nota ematica fresca e viva. Al secondo passaggio, si conferma piacevolissimo e nitido 95 1996, caldo e mediterraneo, molto morbido e elegante, uno stile bordolese classico. La bocca è piena e sapida, leggermente polveroso e acido. Al secondo passaggio chiude amarognolo. 88 1997, tappo. 1998, naso dolce e succoso, frutto è molto vivo e compulsivo, una bella nota mediterranea. La bocca è potente, piena e estrattiva, il tannino è molto morbido e composto con una beva fresca e distesa. Al secondo passaggio nel bicchiere si conferma tra i più piacevoli. 95 1999, naso estrattivo e leggermente surmaturo, frutto è ricco ma non precisissimo, un po’ minestronato e rabarbaroso. La bocca è scombinata e un poco smaccata. Al secondo passaggio nel bicchiere si scinde e risulta disordinato 80 2000, naso che non penseresti mai da un Sassicaia, animale e aggressivo. Il frutto è irruento, ma non preciso. La bocca è piena e succosa, su un frutto dolce e sapido, peccato per i tannini leggermente polverosi che al secondo passaggio nel bicchiere lo segnano decisamente. 90 2001, naso elegante e tostato, una nota minerale e ancora chiusa, frutto austero e ancora giovanissimo. In bocca dolce e succoso. Potente e con tannini tondi e distesi. Chiude su una bella sapidità, che ne rende la beva felice e facile. 94 2002 naso aggressivo e potente, ricco e mediterraneo, tra bacce e erbe. Leggermente amaro in bocca e alcolico. Molto giovane, nel ripasso nel bicchiere si chiude ulteriormente, l’impressione è di un vino ancora embrionale 89 2003 naso chiuso e fresco, il frutto è nitido e vivo, la bocca è dolce e succosa, piacevolissima. Al secondo passaggio stupisce per eleganza e finezza, quasi incredibile in una annata come questa che soprattutto in toscana ha prodotto vini caldi e evolutivi. Invece qui il tentativo riuscito è di fare un piccolo grande vino. 92 2004, naso tostato e caffè, poi un frutto nitido e preciso, la bocca è fresca e piena, piacevolmente semplice e beverina. Peccato per un tannino leggermente polveroso. 88 2005, naso ossidato e caldo, si sente il millesimo. Il frutto non è precisissimo, su note di sedano non gradevoli. La beva alla fine è abbastanza piacevole e fine, su tannini leggermente spigolosi e polverosi. 88 2006, naso evoluto e morbido, su un frutto molto maturo, dai sentori vivi e compulsivi, la bocca dolce e succos. Al secondo passaggio si conferma un vino abbastanza semplice ma molto efficace. 89 2007 naso con note eleganti di caffè, poi il frutto preciso e nitido. La bocca è ancestrale e antica con humus e terra, scuro, scabro e minerale, con tannini precisi e fini. Al secondo passaggio si conferma piacevole e austero. 92 2008, naso tostato e un frutto nitido, poi una bella nota minerale, rocciosa. La bocca è dolce e succosa: ancora giovanissimo ma già piacevole e definito. Nel bicchiere diventa sempre più un gran vino capace di evoluzioni sorprendenti. 97 2009, ancora molto giovane, il naso è segnato dal legno che digerirà nel tempo. il frutto è molto nitido. All’assaggio è già buonissimo, vivo e sapido. Diventerà grandissimo, oggi già stupisce per nervosismo e bevibilità. 96 Ecco, la galoppata è finita: quello che mi resta oltre all’emozione iconica di aver bevuto tanti Sassicaia insieme, è una generale sensazione di stordimento. No, non è il vino, ma la spiacevole impressione che il mio cuore batta altrove. Alla fine se penso a quanti soldi ho bevuto in poche ore e al piacere ottenuto, la bilancia non è perfettamente in equilibrio. Forse io sto invecchiando, il Sassicaia invece è sempre lui.

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