Attualità

"Siamo la FIVI ed ecco perchè sentirete molto parlare di noi"

pubblicata il 07.12.2011

Sabato 3 dicembre si è tenuto il primo Mercato dei vini dei Vignaioli indipendenti, più di una fiera perchè anche mercato, più di una sagra (10€ di ingresso) perchè ben organizzata in uno spazio ideale ed ordinato a misura d'uomo, più di un meeting di vignaioli perchè si respirava aria di attesa e il fervore della prima volta. Pur provando repulsione per la parola "evento" sinceramente non me ne viene in mente nessuna che ne equivalga il potere evocativo nel significato, perchè il 3 dicembre è avvenuto il "coming out" ufficiale di un gruppo di vignaioli che, innanzitutto - ed è una gioia notarlo finalmente in mezzo a tanta confusione di gruppi e movimenti - sembrano avere le idee molto chiare.A quasi un anno di distanza dall'atto costitutivo,  a Piacenza è avvenuta la prima apparizione pubblica della FIVI, che ha esordito con un convegno a cui, seppur alle 10 del mattino, c'erano quasi tutti. Saggiamente, invece di presentarsi solo con dichiarazioni di intenti, il consiglio direttivo ha organizzato una tavola rotonda con temi legati alla sfida della globalizzazione nel mondo del vino, in cui il presidente Costantino Charrère ha avviato i lavori con una micro relazione di consuntivo ad un anno dall'avvio lavori dell'associazione.Gli addetti del settore vinicolo che volevano capire qualcosa di più su "cos'è la FIVI e cosa fa" e però non sono stati presenti al convegno di apertura, diciamo che si sono persi metà dello spirito della manifestazione.Io che c'ero ve la riassumerò con i miei tweet rimpolpati, ma prima che inizino a dilagare corbellerie su chi fa parte o meno della FIVI, trovo doveroso il CTRL+V CTRL+C dal sito ufficiale per chiarire lo scopo e il perimetro della federazione: la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha lo scopo di rappresentare e proteggere la figura del viticoltore rispetto alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. La FIVI raggruppa viticoltori che soddisfano i seguenti criteri:
  • Il vignaiolo che coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta.
  • Il vignaiolo rinuncia all’acquisto dell’uva o del vino a fini commerciali. Comprerà uva soltanto per estreme esigenze di vinificazione, in conformità con le leggi in vigore.
  • Il vignaiolo rispetta le norme enologiche della professione, limitando l’uso di additivi inutili e costosi, concentrando la sua attenzione sulla produzione di uve sane che non hanno bisogno del maquillage di cantina.
E con un "Benvenuto buonsenso!" a caratteri cubitali, si comincia.Apre i lavori il presidente della #FIVI Costantino Charrère con il "#mercato e non il salone" del #vino italiano. Imprenditori agricoli!  Il presidente del consiglio direttivo (di cui per la cronaca fanno parte Matilde Poggi,Gianmario Cerutti, Francesco Saverio Petrilli, Ampelio Bucci , Mario Cavalli, Bruno De Conciliis,Peter Dipoli, Walter Massa, Niccolò Montecchi, Elena Pantaleoni, Leonildo Pieropan, Mario Pojer e Guido Zampaglione) esordisce con l'espressione "siamo uomini di territorio", uomini che lavorano la terra dando valore aggiunto al paesaggio, e "siamo economia reale" con 600 vignaioli italiani, 50 milioni di bottiglie prodotte su 6000 ettari di vigneto per circa 0,6 miliardi di €. Niente di fumoso legato a pseudo categorie di produttori, solo voglia di fare e fare bene in un mondo "dove la qualità è da dare per scontata e si deve perseguire l'eccellenza del territorio".Discorso ispirante sulla centralità delle azioni x far sistema come Paese e rilanciare il territorio Italia. #FIVI @lescreteswinery #vino : Bisogna fare rete per non rimanere vittima di se stessi, e fare massa critica per avere forza rappresentativa di una nazione che negli ultimi anni è stata ai margini dei tavoli delle trattative internazionali, in una Europa dove il baricentro decisionale delle politiche agricole si è spostato incoerentemente a nord.@burde #fivi Fregoni ogni volta che usate varietà in etichetta fate un favore alla globalizzazione , il nome grande è il #terroir: Interviene il professor Mario Fregoni, una pietra miliare nel mondo dell'enologia italiana, e partendo dal "genius loci" dei romani arriva ad oggi, affermando che bisogna comunicare il territorio perchè proteggendo il terroir si protegge anche la varietà, perchè se ne tutela la tipicità.Dopo una parentesi dell'Avv. Alleva sul tema #etilometro meccanizzazione di un certo rapporto col #vino, #convegnoFIVI interviene il Segretario Generale FIVI Saverio Petrilli sul tema della  #burocrazia, 8 giorni/mese dedicati a compilare carte. Ecco che emerge la componente pragmatica della FIVI che si presenta ai suoi soci e ai possibili futuri membri con delle proposte programmatiche  presentate come temi caldi, quali la presentazione in parlamento di un'istanza sulla ridefinizione degli enti preposti alle verifiche alle aziende agricole perchè la formalità non  prenda il sopravvento sulla produttività.Infine si guarda al futuro ma anche al presente con A sharp insight into #wine communication, and #marketing of vignerons through #socialnetwork @burde #FIVI . @burde comunicare su web "fare qualcosa senza comunicarlo equivale a non farlo" #FIVI #vino #socialnetwork #marketing pic.twitter.com/D3KW2O5zE' d'obbligo il rimando ai video online per i 7 minuti del sommelier informatico Andrea Gori, che ha parlato di come l'impatto del web sulla comunicazione non possa essere ignorato, e che le tecnologie aiutano perchè "basta uno smartphone per twittare dal trattore". (ndr. dovevate vedere le facce di alcuni presenti)In sintesi, la mia personale riflessione a conclusione del convegno di apertura della Mostra mercato di Piacenza:#FIVI is the future.It's important for #vigneronsindependants to have the support of italian winemaker to cope with international challenges#FIVI è il futuro. Una rete capace di autorevolezza con uomini del #vinoche "parlano italiano" nei luoghi dove si decide in Europa.Ho l'impressione che le premesse ci siano: secondo me i ragazzi ce la possono fare!  E secondo voi?

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