Attualità

Soave paradisino

pubblicata il 07.11.2007

Esce dagli intrugli acquitrinosi di quel dire e non dire, che nel sedimentarsi dei giorni e delle prevedibili avversità diventerà presto un telavevodètto, scrollandosi via più d'un macchinario puntellato da sorrisi tirati via e dall'armamentario pusillanime del meglio un uovo oggi. (tra parentesi, razza di citrullo, se ti mangi l'uovo oggi da cosa nascerà la gallina di domani?) Esce dunque dalle prospettive fragorose delle virgole fatte a svincolo, fiato tinteggiato d'ansia e voce appena recalcitrante a dire ancora le parole, cha sarebbe il tempo qualche volta anche dei silenzi. Ne esce, e seguendo la voce digitale si addentra per strade così strette che gli pneumatici calpestano su entrambi i lati bavette di erbette, addirittura concitandosi in un tornante così stretto che le lamiere s'infliggono clangori di ferramenta. E alza gli occhi su quella meraviglia, rapito.
E ancor di più stupisce, mentre miserrimamente si coagula attorno ad una fetta d'oro per certo verso simile ad un bellissimo tramonto, di stringere quelle mani asciutte, fresche, robuste: polverose e stanche, ma che se le guardi uscire dai tini e da torchi che hanno nomi di figli, se le guardi in prospettiva le vedrai sconfinare in un sorriso: che di tempo per un bicchiere, ne avanza.Un paradiso soave. Soave, in paradiso.

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