Attualità

Sogno una carne sintetica

pubblicata il 27.05.2013

L'olfatto negli uomini è uno dei sensi più complessi e più sviluppati. Il nostro naso è strutturato in modo da riuscire a captare le molecole volatili presenti nell'aria. Ma la percezione non si ferma a ciò che annusiamo: grazie al collegamento con la bocca infatti riusciamo a percepire per via retronasale anche i profumi di ciò che teniamo in bocca. Lo sanno molto bene i degustatori di olio, che trattengono una piccola parte di liquido sulla lingua e aspirano aria dalla bocca in maniera molto violenta, e pure buffa a vedersi, proprio per percepire al meglio i profumi. L'uomo è in ogni caso in grado di percepire circa 10.000 aromi, grazie a oltre 9 milioni di neuroni olfattivi presenti tra la cavità nasale e la gola. Ma non siamo i più dotati in natura: i cani arrivano a 225 milioni e questa loro abilità viene sfruttata in diversi campi, come la ricerca di tartufi, di sostanze stupefacenti, o di persone disperse. Ma anche l'identificazione precoce di tumori attraverso l'alito dei pazienti, come dimostrato qualche anno fa da alcuni studi condotti in Austria, in California e in Giappone. Tutto questo però un giorno potrebbe essere superfluo, soppiantato dall'arrivo di nuove tecnologie in grado di percepire e riconoscere anche i profumi. Ci stanno lavorando i ricercatori dell'Università Politecnica di Valencia (Spagna) e dell'Università di Gävle (Svezia). Per il momento hanno creato un prototipo dotato di 32 sensori in grado di rilevare e distinguere il profumo di mele e pere, in maniera più accurata degli esseri umani. I campioni di frutta da analizzare vengono introdotti in una precamera, nella quale viene fatto passare un flusso d'aria che porta i profumi in una torre dotata di sensori, che consistono in semiconduttori di ossidi metallici in grado di rilevare alcuni odori, come quello del butano o l metano. I dati raccolti vengono poi elaborati tramite un algoritmo e riportati su di un grafico tridimensionale. Gli sviluppi futuri di un progetto del genere potrebbero essere diversi, dalla biomedicina - riconoscimento di malattie tramite l'alito dei pazienti - al settore del vino. Una delle applicazioni che hanno in mente i ricercatori è proprio quella del settore enologico. Il naso elettronico non nasce però per essere un sommelier cibernetico, ma per scopi molto più tecnici. Come individuare, dopo opportuna taratura, l'annata di un vino, o distinguere i vitigni utilizzati per la produzione dello stesso. Un valido aiuto per smascherare le frodi insomma, sempre più frequenti su vini pregiati e su vini d'annata. Immagine: Impactlab

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