Attualità

Cartoline da "Sicilia en primeur 2012"

pubblicata il 24.04.2012

La Sicilia è un lugo magico, uno di quei posti che si amano a prima vista e di cui ci si stupisce per le incredibili meraviglie dalle piccole cose, come una coccinella sul Vulcano innevato e i profumi dei fiori a sud verso l'Africa, e in cui si resta a bocca aperta davanti alla maestà delle testimonianze elleniche e alla vastità dell'orizzonte sul mare. "Sicilia en primeur 2012" parte quindi avvantaggiata dal puro splendore, alla faccia di tante "splendide cornici": qui è la natura con il suo ruggito vulcanico e con l'impeto del mare a dare l'energia giusta ai produttori di Assovini che presentano le annate in commercio e le anteprime dell'ultima vendemmia in una riuscitissima edizione etnea. Il messaggio più forte che è arrivato distintamente alla platea di giornalisti di ogni nazione che in questi giorni hanno girato i tre angoli della trinacria in percorsi serrati tra vigne, cantine e calici è indubbiamente la volontà di affermare una identità siciliana nel panorama del gusto del vino italiano. E' emozionante vedere le seconde generazioni delle grandi aziende storiche siciliane accanto alle più recenti e giovani cantine, animate da un entusiasmo ed una voglia di fare bene che fa percepire l'esistenza di un disegno vero, la presenza del dialogo e del confronto reale, quello che fa crescere come gruppo, al di là delle singole identità. Cosa ci si porta a casa da questi giorni siciliani? Innanzitutto le impressioni dalle numerose degustazioni dei vini delle 28 aziende presenti, uno spaccato stupefacente delle potenzialità della regione nell'eccellenza della produzione vinicola, che ha dalla sua territori estremamente peculiari e differenti tra loro, "la diversità nell'unità delle Sicilie del vino". Dalla Pantelleria da Mille e una notte alle quote delle vette dell'Etna, al calore del sud isolano dei Nero d'Avola, alle interpretazioni dei vitigni internazionali che ormai fanno parte del DNA viticolo siciliano. Il secondo souvenir è quello delle immagini che rimangono in fondo alla mente, la terra calpestata tra gli alberelli da Vittoria a Passopisciaro, il sole che nonostante la pioggia d'aprile non tarda mai ad arrivare, i calici che si susseguono accompagnati da sorrisi e sguardi carichi di passione per il territorio e il proprio lavoro e i tramonti sul mare. Infine portiamo a casa la promessa di tornare, tra i palmenti e i muretti a secco, tra gli strapiombi sul mare, le piane e le colline mai viste così verdi che tra qualche settimana saranno del colore dell'oro, per scoprire tra tradizioni dei luoghi e racconti degli uomini, i preziosi tesori che la Sicilia ancora ci riserva, anche nei calici.

Condividi

LEGGI ANCHE