Taste e Fuoriditaste 2014
Taste, Stazione Leopolda, Firenze, 8-10 marzo: circa 300 espositori che condividono in maniera democratica (gli stand sono tutti uguali) i caldissimi corridoi della manifestazione, che riunisce in tre giorni le “eccellenze del gusto”. Produttori piccolissimi e molto meno condividono le navate della stazione esponendo sui banchi il meglio dei loro prodotti, qualche depliant, molti assaggi: nessuno showcooking, né chef testimonial, pochissimo peoplewatching e un clima di assoluta rilassatezza. Taste è per dimensioni e contenuto una fiera per veri appassionati e buyers, per stampa e ristoratori: il pubblico chiede, discute, curiosa, e la specie che gira con stecchino d’ordinanza per arraffare il cibo esposto senza sapere cosa sta mangiando è in minoranza.
Per gli espositori, in questo momento in cui gli investimenti sono parecchio ragionati e in cui gli appassionati al food generano un pubblico che sa essere superficiale, il rischio di trascorrere tre giorni senza un ritorno interessante c’è. Chi di loro affronta il primo Taste racconta infatti di uno scetticismo iniziale, che si è dileguato dopo il confronto col pubblico già dal primo giorno: in più, la manifestazione ha scelto di dedicare due fasce orarie (9.30 – 13.30) agli operatori del settore - l’elevatissimo numero di persone presente in mattinata fa però pensare a una strana moltiplicazione degli operatori e degli accrediti.Aceto balsamico, sottolio, pasta, cioccolato, caffè, vino, salumi: diversi produttori per medesime tipologie di prodotto, in una geografia del Made in Italy dove le regioni Piemonte, Toscana, Puglia sembrano a colpo d'occhio avere la meglio come quantità di cibo da mostrare e raccontare. Lo stesso Made in Italy che è al centro delle discussioni che avvengono nel Ring, una sala terribile per acustica e disposizione dove sul palco si affrontano i temi della filiera certificata, della contraffazione alimentare, della disponibilità delle materie prime per produrre una pasta che sia italiana al 100%: opportunità e temi interessanti che dovrebbero sicuramente essere dislocati lontano dal bar e dalle chiacchiere.
Taste è anche Fuoriditaste: pochi eventi e soprattutto combinazioni (più o meno riuscite) fra produttori sotto forma di ricette, cene, aperitivi. Un calendario abbastanza statico, forse più interessante per i fiorentini e gli espositori, e anche un modo per chi non è di Firenze per orientarsi a pranzo e cena e per conoscere nuovi posti. La domenica quasi tutto tace, e qui c’è una città che sconta l’essere provincia anche in eventi che hanno superato la portata Firenze – Siena: poco male, potrà essere l’occasione per scoprire Firenze al di là del cibo, in questa città dove il valore del Made in Italy è ben chiaro agli artigiani e ai piccoli imprenditori. Il rapporto tra la manifestazione e la città è perfettamente equilibrato, e parla di eccellenze italiane e della loro valorizzazione: la scoperta e l’approfondimento di chi in Italia produce bene tutelando il sistema agroalimentare del paese passa da qui, dalla condivisione e dal confronto che i produttori stessi hanno l’opportunità di fare tra loro e con gli operatori di riferimento. All’uscita c’è uno shop, dove acquistare diversi (non tutti) prodotti esposti a Taste.Condividi
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