Attualità

Terre di Vite | Viti e vite al Castello di Levizzano

pubblicata il 14.11.2011

Il Castello t'abbraccia: quando arrivi lo trovi ai tuoi piedi. Lasci l'auto qua e là, poi il castello t'abbraccia con la sua colossale mole, guidandoti fino all'entrata. Tutt'altro che monumentale: umana, come quasi tutto quassù. Gli ambienti, le scale gli spazi. Umani: che con qualche persona di meno li godi anche di più, senza assalti ai banchi, i vignaiuoli con la voglia di raccontarti qualcosa ancora. Nello stordimento delle manifestazioni d'autunno, ritmate con i tempi di un campionato di serie A, trovano la voglia di esserci, di dire, di fare. Terre di Vite ha un bello slogan, che pare una dichiarazione d'amore: la voglia di chiamarci "noi". Ecco alcuni frammenti di un pomeriggio d'assaggi e di parole. Opol, a cui è dedicata la copertina del post, è il progetto che t'affascina. La Valcamonica, enologicamente decaduta, viene ritrovata e rilanciata verso una identità comune. Opol 2009 è un vino da tavola - identitario - che si stringe attorno al territorio più che alla ricerca del vitigno:  contiene di tutto, dal Marzemino alla Schiava. È un vino semplice e sincero, porpora scarico, senza ansie di prestazione, ritto sulle sue freschezze e sulla linea vegetale. Lo produce Togni Rebaioli, che presenta anche una schiava in purezza, il Martina Vigne Vecchie 2010. Schietto al limite dello sgarbo, regala un brivido di verità. Due ottimi produttori di Franciacorta: Camossi, con i suoi Brut ed Extra Brut nervosi e brillanti, sorprende con uno dei coup de foudre della giornata con il suo Rosè vendemmia 2006, non millesimato. Sboccatura '9, offre un naso splendido con piccole note mature, ricordi di caramello e albicocca conservata. L'assaggio poi è decisione e precisione, potenza e bollenza. Arici, commendevole nel rigore delle produzioni non dosate, regala un assaggio del suo Pinot Nero in purezza. Millesimo 2007, è delicato senza essere sottile, e conduce ad una bocca aggrappante e solare al contempo. In Liguria per una storia di rossi: Maccario Dringeberg e i suoi Rossese di Dolceacqua. Il Classico '10, scarico, puntuto e speziato, appena ingentilito nel sorso; la riserva Posaù , con la sua gran nota erbacea, quasi di graspo, e la gran stoffa del sorso. E infine il cavallo di razza, quel Luvaira che pur ancora acerbo, quasi un campione di vasca, ha l'intenzione di diventare qualcosa di interessante con la sua spezia - grosso il pepe - e la sua eleganza rigorosa e compiuta. In Calabria, da 'A Vita per due versioni di Gaglioppo: il Rosè, che pare gentile e misurato al naso, ma che poi presenta un sorso asciutto e teso, increspato da un tannino spesso e palpabile. Il Cirò rosso 2009, con un punto di colore appena più intenso e una sensazione olfattiva inconsueta, il frutto a sconfinare nella cera d'api ed addirittura nel miele. Tanta stoffa al sorso, magari un po' scalciante, ma in bella progressione fino al finale sabbioso. Segnalatissimo il Pallagrello "Sabbie di Sopra il Bosco" 2009 di Nanni Copè. 7500 bottiglie dalla Campania interna per un bicchiere porporato, naso bello armonico ma a tratti indulgente, con una traccia di legno percepibile. Assaggio in crescita, con il sorso attraversato da una rasoiata acida innestata sulla polpa pur generosa e un tannino rovente, privo della minima esitazione. In Toscana i vini del Podere San Lorenzo, l'appagante Rosso di Montalcino 2009 generoso e senza scosse ma convinto; il Brunello 2006 ha un gran corredo aromatico trattenuto con severità in un abito elegante, fino al sorso cospicuo di tannini, appena ventilato da poco legno che tira a sparire. In chiusura una sosta nei prati di casa con il Podere il Saliceto, che cerca di fare del meglio con la pianurka tra Reggio, Modena e Carpi. Il Classico Albone 2010, appena più elettrico del precedente millesimo; l'Argine 2008 è Malbo Gentile, più un saldo di Cabernet Sauvignon Sangiovese e Merlot. È un rosso fermo in terra di frizzanti, bello terragno e stretto. Interessante il Malbo 2009, un bel naso rossoverde,  a seguire il sorso selvatico e tannico assai. Volti conosciuti, mani da stringere, sorrisi da salvare nel disco fisso. Per la prossima volta.

Condividi

LEGGI ANCHE