Attualità

TerroirVino 2010: assaggi.

pubblicata il 11.06.2010

Sette Giugno VentiDieci, alle ore dieci si salgono le scale mobili che portano alle grandi sale dove sono ariosamente in rassegna i produttori: 150. Non riuscirai mai a visitarne nemmeno una parte frazionale. Conscio di ciò ti inoltri tra le trincee, guardando nomi noti e ignoti, attratto soprattutto dai secondi. Scorro i suggerimenti di due dei miei fari enoici: Enofaber e Tirebouchon hanno preparato le loro guide for dummies, per non perdere troppo tempo di qua edi là. Ho usato i nomi di battaglia, e non quelli anagrafici, come un abbraccio tra commilitoni. Due - tra tanti eh - infaticabili speleologi dell'inconsueto. Dunque: cominciamo.
Mi fermo da Armin Kobler, di Kobler Weinhof, un signore che sa essere rigorosamente gentile: come i suoi vini. Fa solo acciaio e tappi a vite, rigorosi e gentili, dalle sue vigne di 40 anni, a 200 mt d'altezza pur lassù tra le montagne. Irriducibile perosità del Grauer Burgunder Klausner 2008, vivo e scalciante. Levigatissimo e lungo, con questa deriva tenera sul finale. Acchiappante il Merlot Kretzer Kotzner 2008, rosato del rosa del ramaiuolo, secchissimo di lamponi e fragole, con un bell'angolo amaro.
Paolo Zanini è il giovane ma storico teroldeghista di Redondel, proprio nel mezzo della piana rotaliana. Già amai i suoi precedenti Teroldego, ma questi si fanno abbracciare fosse solo per il nome: Il nel Teroldego Rosato 2009 Assolto, non filtrato, intenso, asciutto e importante. Sorso secco e pulito, anche profondo. Bello - anche il Dannato, Teroldego 2007. Passa dalla botte e torna bello tondo, macchia copiosamente il bicchiere. Naso fitto con più di qualche brezza di spezie. Corpo rilevato non ostante il piccolo tenore alcoolico. Pieno, ma bevibile.Cinzia Canzian de Le Vigne di Alice ha provato a spiegarmi la sua idea di Prosecco: più di tutti c'è riuscita con il Rosè Osè. Lo chiama "fricchettone", ma è il pezzo con il naso più intenso e fondo, con una spinta poderosa anche nel mezzo del sorso. Poi tiene bene fino in fondo, sapido e pertinace. Il DOCG Doro Prosecco Brut ha tutta questa carica floreale fine e sottile, delicatissimo all'assaggio e bellamente persistente. Il Tajad - Vino Spumante è una bevuta a garganella: sottile e fresco, con un punto più amaro laggiù. Ah, uno dei più bei siti di vino dei sette mari.
Luciano Ciolfi racconta di Podere San Lorenzo è una realtà montalcinese da 10 mila preziose bottiglie. Ha il Rosso di Montalcino 2008 che schizza sangiovesità come furia, cancellando il legno di vigoria inesausta. Naso complesso, non troppo caldo. Bocca arrampicata, tenace. Formidabile la prova del Brunello 2005 Bramante - dal nome del nonno. Ha naso maschio, dritto ed esposto, e una bevuta suadente: ma lineare e stabile senza essere nemmeno per un istante, come dire, rassicurante.
Una spazzolata anche ai vini atomici di Paolo Càntele di Càntele Wines, Salento vero. Già il TeresaManara Negroamaro Salento IGT aveva fatto fare facce convinte alla cena di Villa Spinola, ma l'intera gamma veleggia a belle altezze non ostante la tiratura di un bel pajo di milioni di flaconi. Il Negroamaro Rosato 2009, un IGT tuttacciaio ha tutti questi fiori davanti, su una base di qualche sassosità. Bocca asciutta, magra, ma sferzata da un brivido amaricante. Colossale il bicchiere di Salice Salentino DOC Riserva: scuro e fondo, gran spezia, gran passeggiata balsamica. Poi il sorso si trattiene in irruenza per conquistare un che di velata elganza, di levità. Lungo e sapido.
C'erano mille amici che ho incontrato in tre dimensioni o su queste indegne pagine, che ho potuto solo stringimanare. Belecasel con il suo vertiginoso Prosecco Colfòndo, a mio avviso una delle più avveniristiche espressioni del genere. Cascina I Carpini, che presentava il suo novissimo Timorasso puro. Cascina Gilli, il Mosnel, Carbone con i suoi Aglianico diversamente meridionali.
Quanti ne ho dimenticati?

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