Attualità

Testimonianze | Il Vulture delle Donne

pubblicata il 03.10.2012

Chiacchiere di vendemmie e di mani lavate con fatica per essere presentabili, il violaceo dell’aglianico appena raccolto da tirare via. Conversazioni da cortile a precedere la serata: complicità femminile, ma senza troppe frivolezze tra le sei produttrici. “Il Vulture delle donne” diceva la locandina che presentava l’evento organizzato da Luciano Pignataro alla Tenuta Montelaura a Celzi di Forino (AV). Diciamocelo: le donne del vino, le donne in vigna, le donne che fanno un qualunque mestiere non sono più da tempo una novità. Piuttosto rischiano di finire nella retorica del ruolo della donna oggi, tra le tristi quote rosa. Nessun elemento di rottura dunque in apparenza: racconti ed assaggi di vini, storie di aziende. Eppure quel tavolo di sole donne dove ci siamo sedute per la degustazione è diventato presto il rombo di una fucilata. A parlare di un territorio piccolo come il Vulture 6 giovani donne, ciascuna delle quali a raccontare come arrivare al vino sia stata questione di scelte: scelte di studi che vengono di conseguenza a una scelta di vita come nel caso di Elena, scelte di emigrazione al contrario rispetto al solito flusso come in quello di Viviana, carriere in altri settori lasciate non per necessità, ma per scelta come nel caso di Manuela. Ero lì tra loro, a raccontare la mia storia, presa da quel pizzico di emozione che increspa la lucidità dell’eloquio e ho ritrovato la mia stessa emozione in molte delle mie colleghe. Tutte (o quasi) abituate a parlare di azienda, vini e vigneti e non di sé, abbiamo forse faticato un po’ a tirare fuori le nostre storie personali, di donne  lucane o in Lucania e con ruoli di assoluto rilievo all’interno delle rispettive aziende fino a ieri, e specie al sud, tipicamente maschili. A caldo mi era parso che la serata avesse finito per dire poco di questi aspetti, che fosse diventata una classica serata di degustazioni. Magari con gran bei vini, ma, insomma, come altre. Mi sfuggiva un punto importante: la novità, la rottura, non erano nelle parole, ma nel quadro d’insieme  in se stesso forte di questo gruppo di semplici e toste  donne che hanno deciso di lavorare in un settore ed in un territorio tanto belli quanto difficili. Non siamo scivolate nella retorica di genere, eppure è stato proprio quell’universo femminile di cui siamo parte ad imporsi e a raccontare attraverso i nostri volti, il nostro timbro, la nostra presenza. Uno scenario in stridente contrasto con gli ultimi reportage dal Vulture, che ne avevano mostrato un quadro decadente, spesso legato non tanto ai vini, quanto ad una cronica chiusura al resto del mondo. Così, insieme, mi pare che mostriamo anche un lato diverso. Ci appropriamo di un futuro che ci appartiene e che non deleghiamo a terzi.

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