Il Castello di Levizzano ha un feeling particolare con il Vino: le manifestazioni enologiche probabilmente trovano un humus adatto ai loro fermenti. Del resto l'edificio è in gran condizione, perfettamente restaurato e reso all'uso contemporaneo, pur nel rispetto della sua origine militare.
Beppe Palmieri - maitre sommelier dell'Osteria Francescana - mi ha immeritatamente coinvolto in questa disfida tra appassionati chiamata "Il Lambrusco cerca moglie": piatti pensati per un abbinamento con i Lambruschi. Scrivo "i" perchè i 30 concorrenti avevano il compito di affiancare un piatto di loro creazione con un lambrusco di loro scelta.
Naturalmente nei locali a fianco i banchi d'assaggio di alcuni produttori di Lambrusco dell'area modenese, e una bella citazione per il Piacentino.
Alla fine della selezione erano rimasti in gara 6 concorrenti che si sono dati da fare producento piatti non privi d'estro e curati nei dettagli fino alla presentazione ed all'aspetto.
Al'unanimità e senza esitazioni il primo premio è andato a Vania Franceschelli, di San Cesareo (MO) che ha presentato le sue Cosce di pollo ai due lambruschi con Polenta. Un piatto anche concettualmente studiato, con un blend di due lambruschi diversi per ampliare il corredo aromatico appoggiati su una cottura lunga che ha reso burrosa la carne e saporita dei soli succhi suoi e delle verdure, valorizzati da un uso moderatissimo del sale.
Azzeccato anche l'abbinamento con l'Albone di Podere Saliceto, di nuovo un blend di uve lambrusche. Come tutte le pietanze di questo genere, è scarsamente fotogenica, e l'immagine non rende merito alla bontà del piatto.
Al secondo posto le Caramelle di castagne su cialda di Parmigiano Reggiano di Maricla Picchioli, una concorrente proprio di Levizzano, che ha regalato la sua interpretazione del contrasto tra dolce e sapido con l'inconsueto Puntamora, il "surmaturo" di Pederzana.
Terza Roberta Brozzi che ha portato una ventata di mantovanità con i suoi tortelli d'asino al sugo profumato. Piatto di sicurezza, di gran forza comunicativa ad onta di una umanissima imperfezione. Di giustezza anche l'abbinamento con il Monovitigno Grasparossa di Moretto
Il presidente della Giuria Giuseppe Palmieri e Yoji Tokuyoshi, rispettivamente maitre e executive chef dell'Osteria Francescana, impegnati nel duro lavoro di selezione dei concorrenti.
I sei concorrenti nell'adrenalinica attesa della proclamazione
La vincitrice, Vania Franceschelli, premiata da Beppe Palmieri che si congratula per la prestigiosa affermazione
Ancora la vincitrice ritratta con Alberto Fiorini, tra i più sanguigni ispiratori di To Be Lambrusco
La manifestazione volge al termine: non mancherà una foto di gruppo. Dalle immagini assente lo scriba, il callido Maffi che per sua stessa ammissione risulta improponibile alle fotocamere, Sandro Bellei e Stefano Reggiani.
"To be Lambrusco" non ha la pretesa di essere un evento di grandi masse, nè di grandi partecipazione di produttori. L'intento è quello di propugnare un'idea di Lambrusco come vino con una sua dignità e una sua identità, e non un semplice vassallo in tavola al seguito di grandi numeri e bicchiere facile.
Magari ancora qualcosa da assestare c'è, ma gli organizzatori sono determinati e la convinzione è profonda e palpabile. A Levizzano, Modena.