Attualità

Torre Fornello: Due verticali e il nuovo Dosaggio Zero

pubblicata il 17.09.2008

Vale la pena di inerpicarsi sulle stradette collaterali alla Valle del Tidone, attorno a Ziano piacentino, solo per conoscere la variegata personalità di Enrico Sgorbati: cortesia d'altri tempi, buon gusto, moderazione e vocazione al bello in ogni espressione. La splendida sede dell'Azienda Piacentina si trova proprio nel centro del piccolo borgo di Fornello, un'enclave nobiliare dall'origine millenaria che include la pertinenza di una chiesetta dall'atmosfera struggente e dalle evenienze addirittura d'epoca romana come il Battistero. I vigneti tutt'attorno hanno l'aspetto di un giardino all'italiana, pettinati con cura ed adagiati sulle morbide rotondità delle colline: al tramonto la luce li pennella di giallo oro, rifulgenti come diademi.Enrico Sgorbati ha ricostruito a sua misura l'Azienda, con ambienti ad un tempo sobri e raffinati all'interno di una struttura senza tempo, a fianco della modernissima cantina. Sembra che il vino nel bicchiere, sorseggiato camminando per le antiche sale risuoni di voci perdute nel tempo: e mai nel corso della visita ti potrai dimenticare di quell'eco etereo che pare circonfondere le volte, i muri di laterizi a mano, i terrazzi erbosi. A dieci anni dall'inizio dell'attività dell'Azienda nella sua attuale forma, quest'evento - ricorrenza che è buona occasione per ripercorrere con calma l'approdo, agli inizi degli anni '90, alla vinificazione di qualità e anche per scoprire la nuova idea di Sgorbati: un Pinot Nero metodo classico vinificato in rosa in anteprima assoluta, dal nome provvisorio Dosaggio Zero. Il Dosaggio Zero - vendemmia 2006 - è trattato con grande attenzione. Niente liqueur, solo lieviti naturali per 24 mesi, niente chiarifica: ne risulta un vino dalla pulizia quasi astratta, rotondo e fresco alla stesso tempo, forte di un proprio carattere e assai agevole alla beva. Presentato ai circa 200 presenti da Davide Paolini che ha messo in luce l'attuale momento di grande interesse per i rosati, che stanno uscendo dall'ombra dei prodotti di risulta come spesso, superficialmente, sono stati vissuti negli ultimi anni. In degustazione tutti i vini di Torre Fornello, di cui alcune brevi impressioni: La Jara - Colli Piacentini Chardonnay DOC 2006. Grande impatto vegetale, con i toni verdi in forte evidenza. Tanto legno al naso, ancor più all'assaggio virato verso i toni medi. Bocca un po' stretta in curiosa tensione tra l'attacco secco e un finale molto più rotondo, quasi zuccherino. Cà del rio, Colli Piacentini Sauvignon DOC 2007. Naso Sauvignon che più non si può, perfettamente varietale. Bocca molto fresca, verdissima, quasi astringente sul vertice del sorso Pratobianco - VdT 2007. Blend complesso di Sauvignon e Malvasia di Candia in parti uguali ed un saldo di Chardonnay, è fulgido degli aromi fruttolosi della Malvasia, complesso in esecuzione e in effetto. Pulito e agile, risulta anche tondo all'assaggio, sfumato in bello stacco. Piacevole sorpresa per un vino in commercio ben sotto i 10€ e ben calibrato. Sinsal - Gutturnio Superiore DOC 2006. Naso deciso di frutti rossi e una vena di tabacco, ha tannini molto pronunciati, caratteristica comune ai vini rossi importanti di Torre Fornello, indice di rispetto delle caratteristiche di Barbera e Croatina. Finale leggermente un  chiuso, ma rigoroso. Cà Bernesca - Colli Piacentini Cabernet Sauvignon DOC 2003. Appena scavato al naso, traccia di lampone vivo, una certa vena speziata in uscita. Ancora tannini e e bocca tonda, proiettata verso un finale rilassato. Latitudo 45 - Colli Piacentini Bonarda DOC 2003. Ha naso sottile e definito, contenuto ma evocativo, con una bocca bella di una sua arcana rusticità. Apprezzabilissimo per personalità e rigore dell'architettura. Piaciuto.
   
Infine la grande occasione di assaggiare i Campioni dell'Azienda in una spettacolare verticale "dalle origini ai giorni nostri" ed addirittura oltre: è stato possibile infatti accedere alle ultime due annate di Diacono imbottigliate ma non ancora commercializzate ovvero il 2005 e 2006.Donna Luigia - Colli Piacentini Malvasia DOC1999 - Il prototipo, curioso per rivivere l'idea di vino che ha portato al prodotto attuale. Palesa una piccola rifermentazione, ed un aroma piuttosto scomposto, è però plausibile come documento.2000 - Straordinariamente vivo, naso di idrocarburi e bocca piena, appagante e lunghissima. Irresistibile.2001 - Leggermente più stanco, ancor vivo e soddisfacente senza segnali di vecchiezza2002 - Pulito al naso, ha belle sensazioni all'assaggio molto maturo ma con il frutto polputo2003 - La versione più scarica, con il naso delicatissimo e una bocca con parabola appiattita sui toni medi.2004 - Non prodotto2005 - Non disponibile, ma che era piaciuto assai altrove2006 - Al vertice della sua maturazione, esprime un generale rilassato equilibrio, con una sua correttezza formale senza brividi2007 - già pronto, promette bene con il naso fruttato e gajo, una bocca solare, turgida di zuccheri ma ben modulata nello spettro gustativo. Lascia un ricordo lungo e grazioso.Una nota generale: stupefacente la longevità del Donna Luigia, anche nelle annate storiche tutt'affatto vivo e scalciante.Diacono Gerardo 1028 - Colli Piacentini Gutturnio Riserva DOC1998 - Nel pieno della sua gioventù, ha ancora lunghissima vita. Profumo espresso quasi con sussiego, il frutto assai fine. Bocca vivissima, ancora fresca con impatto tannico fulminante.1999 - Più ritroso ad esprimersi, ha buona pulizia e ampiezza, fino all'assaggio che ha una parabola lineare, ma da indagare senza fretta.2000 - Richiede pazienza per dare: resta richiuso per più di qualche minuto, ma atteso con pazienza offre aromi compiuti, nobili ed austeri. L'assaggio restituisce il poderoso carico tannico svolto con certa morbidezza. Lungo il ricordo2001 - Meno incisivo ma in fondo più agevole, ha pulizia d'espressione che si materializza in un sorso più complesso e sfaccettato di quanto t'aspetti. Maturo.2002 - Naso che fatica a sciogliersi, appesantito in apertura. Poi prende il volo e restituisce una bocca tannica2003 - Probabilmente la versione più equilibrata: per una volta l'anno "caldo" per antonomasia risulta in positivo, ed estrae qui polpa viva a contrastare i tannini. Armonia e tensione.2004 - Non prodotto2005 - Anteprima: mai appariscente il Diacono nel millesimo 05 si dà con meno parsimonia, frutto palpabile e gusto floreale. Nell'assaggio scavalcato il gradino tannico avrai un bel gesto disteso pur con qualche spigolo. Bocca molto spessa e persistente2006 - Anteprima: seppur ancora non completamente espresso il più giovane ha una carica di piacevolezza elevata, una anticipazione della bevibilità che solo il tempo e la pazienza sapranno architettare. Immancabile il tappeto di tannini di inconfondibile fittezza, già attraversati da un accenno di morbidezza.Una nota generale: impressionante la capacità di restare vivo nel tempo. Anche le bottiglie del decennale non solo non accennano stanchezza, ma dichiarano senza dubbio di poter ancora dare il meglio di sé. Per tutti i millesimi formidabile la resa tannica anche a fronte di una estrazione misurata. Più austeri che muscolosi, i Diacono hanno il tratto inconfondibile della signorilità.A Torre Fornello si producono vini con un ventaglio espressivo piuttosto vasto, caratterizzati però da un tratto comune: un certo rigore formale e una certa coerenza d'impianto perfettamente lineare con il pacato entusiasmo di Sgorbati che innova, non smette di ricercare senza rifugiarsi nel colpo ad effetto.Eleganza e nerbo, misura ed esuberanza, buon gusto, contiguità con la tradizione e con il territorio: impossibile non restarne irretiti. Fornello, 15.09.2008

Condividi

LEGGI ANCHE