Attualità

Verticaline | Querciole IGT Emilia Bianco Cà de' Noci, 2005 e 2006

pubblicata il 02.12.2010

Cà de' Noci èuna piccola azienda cresciuta all'ombra del Castello Piubello: noto probabilmente nemmeno ai reggiani, ma solo ad alcuni indigeni. Eppure è luogo bello assai, sul greto del modesto torrente Crostolo, la valle che punta diritta al Passo del Cerreto. I fratelli Masini coltivano e vinificano con devita attenzione ai dettami bio, con una commendevole ricerca sui vitigni meno usuali: lambrusco sì, ma anche Malbo, Marzemino, Spergola. Rese basse, anzi bassissime, uso esclusivo di rame e zolfo, lieviti indigeni in bottiglia dopo accurata torchiatura. Il risultato sono vini complessi, non semplici, che vanno affrontati con approccio motivato. Non semplici ma non impervi, soprattutto alla bevuta: anzi portano senza difficoltà al fondo della bottiglia, agilmente, grazie al contenuto quasi nullo di solforosa. Il "Querciole" è ottenuto da uve Spergola, autoctono tipicamente scandianese quasi dimenticato ed ora ripreso con entusiasmo. Bucce, per tre giorni, e poi affinamento in bottiglia con metodo ancestrale. Ne vengono prodotte meno di duemila bottiglie da un vigneto di quarant'anni.
Querciole 2005. Ambrato, produce una schiuma fitta, risulta appena velato. Viscoso al vetro. Delicatissimo al naso, pur maschio ed asciutto, ha i tratti aromatici della trota fresca, dell'affumicato leggero, della camomilla. Salato e amaro fin dall'abbocco, regala un sorso pulito e lineare, vagamente astringente. Vivo e splendido nel mezzo, declida eretto, dignitoso. Appena ritirato nel finale, dove lascia spazio ad una sensazione di buccia d'arancio, quando la dimentichi sulla stufa. [1500 bottiglie]Querciole 2006. Poco più scarico, poco più torbido, similare per tessitura. Sposa tenore minerale con chiare percezioni sulfuree, pur leste a svanire. Se c'è frutto è piccolo, di mela cotta. Più largo il sorso, pur altrettanto ricco di sale: più arcuato, con questa parabola ricca di vigore. Ancora più vivo e particolarmente scalciante, fino al finale che si slancia convesso verso una conclusione lunga, sottilmente amaricante. [1900 bottiglie]
Differenze. I due millesimi sono sostanzialmente lineari: banale trovare il '5 più maturo, il '6 più minerale. Il fratello maggiore ha più ombra nel colore, e quella tensione "tannica" nel sorso. Più terroso il '6, più vivo, e non privo di una certa polposità. Strabiliante, per entrambi, la linea di giovinezza, quasi incredibile per uno spumante "naturale" di un lustro di vita.
Quale scegliere? Per il cuore, il '5. Per la testa, il '6. Quindi meglio entrambi.

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