Attualità

Viaggio in Sardegna | Il Semidano di Mogoro, che viene dall'età della pietra

pubblicata il 26.07.2011

"Passa il tempo sopra il tempo" La stagione del tuo amore, Fabrizio De Andrè L'Isola è una terra antica dove il tempo si perde e si ritrova, dietro un sasso, sopra una conchiglia, dentro un nome, in un'abitudine. Ragionare di questo è esercizio pericoloso, la tentazione di sentirti più piccolo di quello che in realtà sei, è davvero molto vicina. Pensare, ad esempio, che il Villaggio neolitico di Puistèris, proprio dietro Mogoro, è stato inventato e vissuto fin dagli inizi del III millennio  a.C. ti getta in un abisso temporale, in un precipizio del quale mai e poi mai riusciresti ad immaginare il fondo. Chissà se in quel tempo il Semidano c'era già e chissà se i piccoli e grandiosi uomini che popolavano allora Puistèris sapevano cosa farne. Certamente sanno cosa farne quelli che oggi lavorano alla "Cantina Il Nuraghe": lo raccolgono tardi, molto tardi, e lo vinificano soavemente, senza fretta. E lo chiamano Puistèris, ovviamente. Il risultato è intrigante: giallo pesante, melone e menta, ma anche erba amara e salata, una lama piccola ed elettrica si poggia sulla lingua, ad asciugare un sorso comunque rotondo e polposo, a ritagliare una bevibilità lunghissima. Un bicchiere importante, che riesce ad abbracciare un piatto del territorio, un primo muscoloso ma delicato, profumatissimo: la fregula (sa Fregua) con i cardi selvatici. Si tosta la fregula con un soffritto più che generoso, si uniscono i cardi brillati in acqua acidula e salata, si profuma e colora con pochi pomodori secchi, si finisce la cottura a mestolate di brodo di pecora, grasso e bollente. Con un bicchiere di Puistèris, con il tempo, che in quel tempo, non passa. Resta.

Condividi

LEGGI ANCHE