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Viaggio in Sardegna | L'uva Vernacola, la mirra, la solitudine e il silenzio.

pubblicata il 23.08.2011

"Perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi." Michela Murgia, Viaggio in Sardegna - ed. Einaudi L'uva vernacola dell'Isola è la Vernaccia della Valle del Tirso, è la Vernaccia di Oristano. Uva fragile, che si ammala spesso, ma uva acida e potente, che vuole solo terra povera (non è un problema) ma fresca (questo è un problema). Sarà per questa ragione e sarà perché i fenici erano marinai e commercianti in parti uguali, che la Vernaccia nasce e cresce nella parte più bassa della Valle, alle spalle del Sinis e della meraviglia di Tharros. Mare e fiume che si incontrano, si confondono in quei luoghi:  il sale riscalda gli stagni, il maestrale insaporisce i canneti. Solo poco più in là, la Vernaccia. Vinificare la Vernaccia è una scommessa. Si vendemmia a settembre, si spreme pianissimo, si fa ribollire in stanze che possano respirare e la si mette ad imbrunire per decenni in botti di castagno colme per due terzi perché la Vernaccia produce il flor, quella crosta fine e resistente, quel miracolo di autodifesa dall'ossigeno che - precipitando - filtra, schiarisce, illumina e irrobustisce. Se la scommessa è vinta, il risultato è l'incanto, come nella Vernaccia Riserva 1988 di Contini. Oro e mogano, imbrunito e ramato, al naso quella cosa che solo sull'Isola, solo nella Valle del Tirso chiamano su Murrai, termine misterioso con il quale si distinguono, unendole, tutte le complessità autoctone che questo vino è capace di esprimere. Su Murrai, ovvero di mirra e mandorle, di uovo sbattuto e nocciole, di pietra e datteri; in bocca è asciutto, caldo, dritto, salato di mare e di salsedine; è lungo, lunghissimo, infinito, che contare non serve a niente. La Vernaccia si abbina con fatica, al massimo con degli amaretti, quelli larghi e morbidi di Ittiri. In realtà la Vernaccia si apprezza, come la maggior parte delle cose preziose, da sola. Magari in silenzio.

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