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Vinix Live! | Issue #9, a Ozzano Taro da Monte delle Vigne

pubblicata il 10.05.2011

Filippo Ronco lo conosciamo: non sta mai fermo. Ha questo gusto romantico-passatistaper la "festa", e gli vogliamo bene per quello: non ostante la "festa" sia quanto di più abominevole la mente umana possa ideare per socializzare. Eppure questi convegni amorosi attorno al vino e al cibo eccetera hanno acquistato nel corso del tempo uno spessore vieppiù acchiappante, tanto che vale la pena di prendere l'auto e di pagare il (modesto) balzello per il bicchiere da degustazione. Poi te lo porti a casa, se non te lo dimentichi di quà e di là o lo infrangi sulla spiaggia delle speranze perdute. E compri anche quello che c'è al famoso "prezzo sorgente". Che vuol dire compri bene, a spiegarlo diventiamo tutti vecchi con la barba. Non dirò nulla della filosofia di Vinix Live!: dice già tutto  il titolare. Una roba a mezza vigogna tra il Festival de l'Unità e una piccola campionaria: un bel pò di gente con lo stesso interesse e gli stessi interessi; discussioni; assaggi; musica; acquisti convenienti. Questa volta toccava a Monte delle Vigne, sei sessanta ettari dalle parti di Ozzano Taro distesi su colline che paiono disegnate con un pennello morbido. Meraviglia di cantina - per architettura e per tennologia - e meraviglia di pomeriggio, con persone vecchie-nuove con cui scambiare idee. Primo naso nei bicchieri di casa: folta schiera di etichette di schietta estrazione della provincia di parma: Malvasia di Candia, secca e dolce; un Sauvignon, un curioso Barbera Rosè, tutti spumatizzati in autoclave, a cercare l'agilità di bevuta e la freschezza di sorso. Traumatico l'impatto con il Caseifizio Gennari: il suo Oro Nero da latte di Parmigiano Reggiano stagionato sei mesi rivaluta la tradizione del grana "da pasteggio", quasi perduta. Ma il vero colpo di fulmine è per gli iperstagionati, a 48, 60, 72, 90 e 100 mesi. Pepite, provare per credere. La Ferghettina convince con il suo Satèn millesimato 2007, freschissimo di menta e di erbaggi, salato e largo, quasi freddo sul finale. Più ordinario il Franciaciorta DOCG Brut, tanto gentile da sembrare più un Extra Dry, vivace ma un po' timido . Terremoti? Questa volta è toccato alle interpretazioni del Groppello de La Basia, piccola azienda del Garda Bresciano: il suo Martì è pieno e generoso, sulla base di un naso fermo e asciutto ma generoso, una versione vincente del Garda Classico Superiore; molto buono anche il Groppello DOC, con il suo naso verde e tutta la spezia esposta. Sorso che ricorda il frutto e seconda parte amara. Sorpresona in fine di serata, un sorso di Chiaretto tra i più espressivi. Commoventi i vini di Langa marcati Bocchino: il giovine Nebbiolo in purezza di Roccabella ha questo naso etereo, graziato di smalti e affumicature. Assaggio incisivo, con poderosi tannini assai legati e forti, ma lunghi. Ancora più comunicativo il Suo di Giacomo, un Langhe che esprime le frutta secche, noci e nocciuole. Il Barbera al 30% conferisce forza al sorso che si mantiene pur elegante, fine e polputo. Tannini da per tutto, ma non aggressivi. Piccola goccia dolce sul finale. Ma il capolavoro della giornata resta il barolo, presentato millesimo 2005: profondo, complesso senza perdere una virgola di motilità; commovente il colore, seduzione pura al naso; gran forza nel sorso, vibrante;  un bicchiere bellissimo. Va detta una parola sull'Antica Ardenga e i suoi preziosi salumi: un culatello incredibilmente morbido, una pancetta incredibilmente profumata, una spalla cruda incredibilmente sana. Bicchiere di chiusura, il Fiano dell'Azienda Agricola Carbone, una rivincita bianchista in terra di rossi che a mio avviso tocca vertici di espressività di raro incontro. Poi ci sarà Vinix Live! Issue #10, ma questa è un'altra storia.

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