Attualità

VIVA il vino

pubblicata il 07.05.2013

Fino a poco tempo fa erano vini da uve da Agricoltura Biologica. Oggi sono vini biologici, grazie al nuovo regolamento CE 203/2012, che colma un vuoto: regolamentare la parte finale della lavorazione delle uve, quella che le trasforma in vino. Tutta colpa dell'anidride solforosa, sostanza con proprietà antiossidanti, conservanti e antisettiche, quasi universalmente utilizzata in diverse fasi della produzione del vino. La solforosa ha però un piccolo problema: è una sostanza allergizzante. Per questo dev'essere indicata in etichetta e per questo la discussione sul suo contenuto e sulla quantità ammessa nei vini biologici ha fatto slittare per anni il varo della normativa europea. A sostegno di questa nuova decisione normativa è partito anche V.I.V.A. Sustainable Wine, il progetto di ricerca del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Un progetto nato per misurare l'ecosostenibilità della filiera della vite e del vino in Italia, definire le linee guida per una viticoltura sostenibile, sviluppare un codice di sostenibilità per certificare le aziende e aiutarle nel comunicare i benefici del progetto al consumatore. Concetti che in parte si integrano nel concetto di agricoltura biologica e in parte vanno oltre. Quattro sono i parametri presi in considerazione per la verifica di eco-sostenibilità: territorio, aria, vigneto, acqua. Il territorio prende in considerazione l'impatto delle attività aziendali sul territorio, l'aria le emissioni di gas a effetto serra, l'acqua il volume di acqua dolce utilizzata per la produzione, mentre il parametro vigneto tiene conto delle pratiche di gestione agronomica. Questi quattro parametri e la loro valutazione vengono riportati graficamente nelle etichette del vino delle aziende aderenti, affiancati da un qr code, grazie al quale il consumatore può visualizzare sul proprio smartphone o tablet i dettagli relativi ai quatto elementi del vino che sta bevendo. Immancabile anche l'app per dispositivi mobili, che permette di avere informazioni sul progetto, sulle cantine e geolocalizzare i produttori aderenti. Presentato al recente Vinitaly, il progetto è sviluppato in collaborazione con importanti aziende italiane (F.lli Gancia & Co, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Castello Montevibiano Vecchio, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica&Venica), Agroinnova - Centro di Competenza dell’Università di Torino, il Centro di Ricerca Opera per la sostenibilità in agricoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro di Ricerca sulle Biomasse dell’Università degli Studi di Perugia. Tanto interesse per la sostenibilità ambientale probabilmente deriva anche da un ragionamento sul mercato in Italia. I dati della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA)  dicono che, nonostante il calo generico nei consumi di vino da parte degli italiani, nel 2012 la spesa per il vino biologico è aumentata del 7,3%. Qualche cliente in più fa comodo di questi tempi. Immagine: Ovis Nigra

Condividi

LEGGI ANCHE