Attualità

Al via il vuoto a rendere per bottiglie di acqua e di birra: come funziona

pubblicata il 27.09.2017

Diminuzione dei rifiuti e sensibilizzazione sulla pratica del riciclo: sono questi gli obiettivi della nuova sperimentazione sul vuoto a rendere per bottiglie di acqua e di birra che partirà il prossimo 10 ottobre, così come da regolamento del Ministero dell’Ambiente, e che durerà per un anno. Come funziona la sperimentazione? In genere, il consumatore riporta le bottiglie utilizzate dove le ha comprate, e in cambio gli viene restituita la “cauzione” che aveva versato al momento dell’acquisto. In questa fase sono gli esercenti che beneficeranno della restituzione della cauzione versata, restituendo i “vuoti” ai grossisti: a seconda del volume (da 0,2 a 1,5 litri) la somma varierà tra gli 0,03 e 0,05 euro. Come si capisce quali sono i bar, negozi, ristoranti che aderiscono? Ci sarà una targhetta riconoscitiva che i bar, negozi, ristoranti metteranno in bella vista, per far capire ai consumatori di aderire all’iniziativa. Che vantaggio per il cittadino? Quello di entrare a far parte di un meccanismo virtuoso, che può ridurre notevolmente gli sprechi in quanto bottiglie realizzate con materiali resistenti come vetro e plastica possono essere riutilizzate fino a 10 volte. Un passo in più rispetto alla raccolta differenziata, che in questo modo verrebbe alleggerita: oltretutto, il sistema del vuoto a rendere farebbe risparmiare il 60% di energia rispetto a quella necessaria per la fabbricazione ex novo di un imballaggio. Come detto, questa è una fase di sperimentazione: per i risultati, infatti, bisognerà attendere le analisi del sistema di monitoraggio previsto dal regolamento. All’estero, ad esempio in Germania, il sistema funziona e in Italia era diffuso fino agli anni 60, ovvero fino a quando non è arrivato il boom economico, con la nuova mentalità dell’usa e getta, che ora si sta cercando di superare, con il concetto di economia circolare, che ha come pilastro la lotta allo spreco in un’ottica ecologica: sì al riciclo, al riutilizzo, allo sharing e no allo spreco.

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