Attualità

Collio Vitae, White Wine Culture | I vini

pubblicata il 17.03.2014

Cuei in friulano, Brda in sloveno. Collio, un territorio in cui il vino, la vite assume una importanza che travalica la produzione, il commercio, per entrare nella dimensione umana e sociologica. Al di là dei numeri, che altrove spiega con più cura, quello che importa è la dovizia con cui questa terra a metà tra il Friuli e la Slovenia regala capolavori.
Tanti che parlare di tutti in una sola pagina è difficile, perché il Collio è crocevia di pensiero, progetto, scelte di vita. Sintetizzare il tutto nell'idea di una coltivazione agricola, che pur è l'anima stessa di queste bottiglie, è comunque riduttivo se ci si dimentica di quel fiume, l'Isonzo, che serpeggia ferso il mare svelto e deciso. Di quelle linee continuamente cangianti in curve, che non conoscono mai il piano. Di quei popoli che si sono incontrati, scontrati, intersecati, contaminati tanto che il bi-trilinguismo è di casa: italiano per il mondo, sloveno per gli scambi, friulano per tutto il resto. Di quel confine mòtile che nel tempo ha cercato differenti luoghi di riposo, e che tutt'ora divide, spesso labilmente, un'ala di una famiglia dall'altra. Ti senti dire, Vede, andavo a scuola là, che ora è dilà, e ti indicano un campanile, un palo della luce. Una pianta.
Qui la vite è via verità e vita. Qui il vino bianco trova ragioni fulgide, espressive, convinte. Cinque bicchieri che rappresentano cinque universi, e parlano la lingua dei popoli.
Dario Raccaro - Collio DOC 2012
Questo bianco di Raccaro è ottenuto da uve a bacca bianca di Friulano*, Sauvignon e Pinot Grigio. Vinificato in acciaio a temeperatura controllata, riempie il bicchiere con un paglierino mediamente carico ma non timido, venato di riflessi grigi e intuizioni vagamente rosate. Ha profumo debordante, capace di arrampicarsi oltre i bordi del calice. Trovi essenze di frutta matura, come la mela golden, e di fiori gialli. Fragrante, ricorda i cassettoni pieni di biancheria lavata come una volta, con nulla più di sintetico ma qualche tratto di lavanda, sottilissimo. Latteo e persistente il finale. Il sorso è secco, schiocca come una frusta, freddo e teso, accoglie l'assaggio come un tiro di fionda, e poi riporta l'attenzione verso un centro nervoso in cui compaiono momenti di rotondità. Il finale è fermo ed espressivo.
Edi Keber - Collio DOC 2012
Se Edi Keber giuocasse a tirare sassi, cadrebbero in Slovenia, tanto il confine è vicino. Sceglie l'uvaggio di vitigni autoctoni: Malvasia Istriana, Friulano* e Ribolla Gialla: la fermentazione in vasche di cemento preserva le caratteristiche di ogni varietà. Il paglierino di questo bianco è intenso e giallo, profondo, appena vergato di riflessi grigi che non l'appannano. Il profumo è saldo e complesso, ricco di sfumature verdi e silvane, congruo di erbe dell'orto, di richiami di cucine in opera, di marmo bagnato, di neve. Il sorso attacca liscio, risalendo un sentiero levigato tra il sale e il sole. Nel mezzo prende il corpo del frutto, un frutto che intuisci dolce e maturo ma che si fa forza su un finale succoso, concentrato, tattile.
Roberto Picech - Collio Bianco DOC Jelka 2011
Jelka, traslitterazione slovena di Gabriella, la mamma di Roberto, è il nome di un vino di territorio da uve Malvasia, Friulano e Ribolla Gialla. Cerca l'espressione più intensa e profonda con rese micragnose e una moderata macerazione sulle bucce. Segue la botte grande e il riposo. Totale, hai un colore intenso, più dorato, brillante, squillante. Il naso è caldo, fiero:  Poi piccole gioie di cera d'api, di miele, di fiori gialli di campo lo rallegrano, fino al termine che dischiude momenti di opulenza, quando finalmente si dischiude. L'assaggio prenderà in controtempo: il sale subito, poi una virgola amarostica, poi ancora il sorso lucido che risale senza tema verso una seconda parte accogliente, quasi riposante, complementare più che sovrapposta alle sensazioni olfattive. Bicchiere che rivela un mistero, solo nell'ultima stilla, interminabile.
Damian Princic - Collio Bianco DOC Colle Duga 2012
Paglierino nitido e affilato, cristallino all'unghia: ecco il biglietto da visita di questo Collio ottenuto da un blend di vitigni vinificati in purezza: Friulano*, Sauvignon e Chardonnay, e un saldo di uve locali. Anche l'assemblaggio scorre sulla sensibilità del produttore che varia la quantità e la qualità dei mosti che fermentano in botti piccole. Il riposo in vetro completa il ciclo. Il naso dunque è intenso, dolce di frutta matura - scorgi in distanza l'albicocca e la pesca - e ricco di spezie: il chiodo di garofano, la cannella. Il miele in finale introduce ad un sorso corposo e strutturato, franco, che inserisce nei temi già esplorati una fitta piccante, una linea alcoolica potente, un tratto spigoloso, a tratti saggiamente squadrato, che regala il finale aperto e splendente. Lungo.
Damijan Podeversic - Bianco Kaplja Venezia Giulia IGT 2009
Il Kaplja è ottenuto da uve Malvasia, Chardonnay e Friulano* da vigneti a bassa resa. La vinificazione, attenta a pratiche enologiche particolarmente rispettose, passa attraverso una lenta e lunga macerazione sulle bucce e da un prolungato invecchiamento nelle grandi botti. Il riposo in bottiglia è l'ultimo atto di una attesa che regala questo bicchiere color oro-ottone vecchio, intenso, caldo come il miele. Vino sanguigno, potente, che non va mortificato con temperature di servizio troppo basse (15°), offre subito un aroma rugginoso, quasi stordente: un alito caldo che abbraccia ed avvolge con i ricordi della frutta secca, con piccole gemme salmastre - i capperi - e floreali, di fiori da tisane. Di fiori di cespuglio e fiori di macchia. E poi l'infinito descrivere i lunghi momenti del tramonto con il sole in faccia. Il Kaplia è formidabile anche all'assaggio, vibrante dei suoi 14.5° d'alcool: mai bollenti, ma più irradianti, capaci di prendere il palato in ostaggio per lunghi minuti. Sorso franco e sincero, dalla durevolezza testarda, dalla sostanza quasi tannica, quasi ruvida. Poi il finale come un girarsi di spalle, e camminare a lungo prima di scomparire alla vista.
Cinque vini diversissimi. Cinque edifizi costruiti con la cura dell'innamorato, con la saggezza del contadino. Cinque vini che raccontano di più delle parole usate per descriverli.
*Friulano è il nome legale del Tocai, che non si può chiamare così per le note vicende.

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