Eccolo lì, rosso fiammante, il totem delle cucine di fan, appassionati e cucinieri di casa: il più commentato dei robot da cucina appena consegnato per la "prova su strada" brilla in fremente attesa.
La confezione è polputa e saggia per la parte prevenzione urti. Contiene la macchina, le tre pale classiche (gancio, foglia e frusta a filo) e il "versatore" che è il comodissimo e utilissimo "tappo versatore" che consente l'uso pulito e sicuro della planetaria. Trascureremo di dire che come tutti gli utilizzatori negligenti ne abbiamo omesso l'uso...
Inutile dilungarsi sull'aspetto esteriore: l'Artisan è bellissimo. Quelle linee mobide e tondeggianti, quel sapore retro-contemporaneo che ne ha fatto una vera e propria icona. Il classico colore rosso corsa è poi particolarmente evocativo, in contrasto con l'acciaio. Scopriremo più tardi un effetto collaterale (ma forse non tanto collaterale) di questo design, che è la facilità di pulizia. Anche per chi, come chi scrive, non vive l'ansia della pulizia come guerra totale è piacevole scoprire che sfarinati zuccheri e cetera scappano con una passata, che non ci sono trappole per polvere, che gli accessori amano il lavello ma lo frequentano per pochi minuti per volta.
Di contro c'è un aspetto davvero difficile da comprendere, legato al funzionamento dell'Artisan anche da "aperto". Cioè quando si rialza la testa per staccare la ciotola o per sostituire la lama il motore può essere avviato e la planetaria funziona, e l'accensione accidentale con quelle levette non è impossibile. Per un elettrodomestico così studiato pare una "disattenzione" semplice da risolvere, ecco.
Nel corso della prova abbiamo utlizzato tutte le funzioni per prepare una focaccia, la pasta per la pizza (entrambi con lievito di birra), il pane con lievito madre, una semplice torta, la maionese. Ecco come è andata.
Focaccia. Lavoriamo 250g di farina con sola acqua, lievito di birra e olio. L'impasto è facile, facendo girare il gancio alle basse velocità. Incorda agevolmente, anche se questa quantità di ingredienti è ridotta rispetto alla media ottimale di ultilizzo. La focaccia esce morbida e compatta, la lievitazione procede omogenea, e anche senza ulteriori manipolazioni il risultato è buono: alveoli fini, una piccola irregolarità sulla parte superiore certamente dovuta al forno, crosta "panosa": ma è tutta colpa del panettiere.
Pizza. Facciamo girare un impasto ad alta idratazione, fino al 75%. L'impasto è molle e appiccicaticcio, la planetaria lo gestisce con destrezza: in 20 minuti a velocità 2 ottieni una maglia glutinica finissima, tenace al punto da vincerne la collosità. Il riposo per 8 ore farà triplicare il volume, e la pizza funziona, non ostante la modestissima esperienza in merito di chi scrive. Elastica e morbida, chiamerebbe un forno da oltre 300°… ma ci accontentiamo di questo.
Pane. Il 50% di farina integrale rende l'impasto rustico, e l'utilizzo del lievito madre liquido complica un po' la vita alla planetaria. Si marcia con calma a velocità 1, per 15, 20 minuti. La pasta incorda e si fa omogenea anche se ancora gibbosa: è la calibratura della farina. 12 ore di lievitazione con 4 pieghe regalano una pagnotta gonfia e leggera, che al termine della cottura presenta un'alveolatura fine ma regolare, ben diffusa in tutto il volume. All'assaggio la trama è consistente e convincente.
Maionese. La ricetta usata è quella della maionese a mano: solo tuorlo e sale all'inizio. COn la frusta a filo a velocità prima 6 poi 8 la salsa monta e si fa ferma. L'ultimo giro con olio d'oliva la fa diventare setosa ma fitta, senza "rotture" delle parti grasse. Molto convincente.
Torta paradiso. Una ricetta semplice e come tale richiede anche maggiore attenzione: con la foglia a velocità media le uova impattano sul burro inglobandolo prima di scioglierlo completamente, e l'impasto diventa rapidamente pastoso e omogeneo. Montare gli albumi è quasi un piacere, per quanto crescono con calma e senza "cattiveria", ma diventando una nuvola immobile. Non velocissimo ma efficiente. La torta cuocerà felice, e il finale sarà una fetta perfetta, compatta e soffice allo stesso tempo.
C'è anche la pasta all'uovo, ma la sfoglia richiede un accessorio apposito e lo tratteremo altrove.
Totale: l'Artisan funziona benissimo, sia nelle funzioni di impasto che in quelle di miscelaggio. Anzi, per l'impasto dei lievitati si può dire con un certo margine di ragionevolezza che il movimento planetario del gancio è un valore aggiunto per il prodotto finale. Lavora all'ottimo per quantità comprese tra i 300 e 700 grammi, soprattutto alle basse velocità. Anche quando s'affatica, e la testa manifesta la sua natura domestica con qualche piccola svirgolata, il risultato è eccellente.
Costa abbastanza: con molta variabilità a seconda delle offerte sia in rete che in negozio, si pone nella fascia alta del mercato, pur restando un arnese d'uso di casa. La semplicità di pulizia e la linearità dei risultati rispetto alle aspettative lo rendono uno strumento di grande aiuto in cucina. Lo dice anche il nome, geniale, di questa linea del colosso Whirlpool.