Questa volta il gesto rotatorio dell'apriscatole ha un che di nobile, quasi come stappare sugheri da colli di champagne. Le "scatolette", quei contenitori in banda stagnata traduzione di velocità ed economia, spesso hanno un loro fascino che sa di antico, di grafica anteguerra, di Carosello e stilografica. In campo giallo si legge dei fratelli Feola e soprattutto di un luogo -Carloforte- che è geografia obbligata per l'incontro con il meraviglioso pesce. Questo rettangolo dai bordi addolciti contiene difatti trecentocinquanta grammi di ventresca di tonno rosso, la parte più pregiata della qualità più pregiata, e il costo -intorno ai venticinque europei- procurerà forse un piccolo sobbalzo.
Sollevi curvando dolcemente la branchia metallica dell'involucro e nell'olio di oliva appare subito il colore chiaro, sbiancato, delle carni. Parte molto grassa, la ventresca si offre con una morbidezza inusuale, un po' a rimando di quelle carni cotte a bassa temperatura per bocconi molto sensuali in una scioglievolezza che solo un crostino potrà utilmente contrastare. Il primo assaggio necessariamente assoluto per l'esperienza dell'unico sottolio che puo' apparentarsi con il filetto fresco. Poi, se proprio si deve, qualche pomodori di grande lignaggio o fette di cipolla rossa a crudo, così per aumentarne il volume.
Poi dovrà passare del tempo per poter tornare a quelle "scatolette" della pubblicità a spezzare grissini.