Per la verità basterebbe quell'incipit così, ecco: acchiappante.
"Prem.Fabbrica Torroni". Quando vedo Premiata Fabbrica sento un brividino di lussuria, perchè so già che parleremo del panda cinese. Di qualcosa a rischio di estinzione, di una testimonianza di un passato che è scomparso sepolto sotto la colata lavica dell'informazione della modernità della serialità.
Allora la scatola dei
Torroni Baci di Innocenzo Borrillo - classe 1871 - è una canzone dal sapore di solaio dimenticato, piena di sfumature romantiche ed accenti decò. Dentro, il paradiso.
Innocenzo Borrillo iniziò a preparare il torrone nella sua particolarissima declinazione negli ultimi anno dell'800: croccantino di mandorle e nocciuole con una ricopertura di cioccolato fondente di gran finezza.
Eccoli allora: uguali, incartati uno per uno con una carta oleata e stampata in schietto blu oltremare. Lo prendi e la carta scricchiola tra le dita. Rumoreggia, quando la stracci: e ssubito si pande il profumo del cioccolato. Lo prendi tra le dita e lo spezzi: scrocchia secco, come una tavoletta di legno. Lo assaggi, deliziosamente croccante, il cioccolato a permeare il morso, un contrasto-connubbio assolutamente irresistibile.
Un'esperienza.