Da quello che ho potuto leggere, Sam Calagione pare un figura leggendaria nel mondo brassicolo [cit.]. Gli appassionati lo citano a memoria, come gli amanti Frank Zappa citano Warren Cuccurullo.
My Antonia è una birra che ai miei occhi di neofita appare progettata per essere importante, fosse solo per la cinematografica bottiglia a forma di dama, o per il prezzo sonoro: una firma famosa, luppoli famosi, procedimento declamato ed accurato.
Nel bicchiere Antonia genera una schiuma poderosa, fine e cremosa, che resta per sempre. È dorata, ma dell'oro vecchio, e riporta una perlinatura finissima, diffusa e interminabile.
Il profumo è intenso e tondo, diritto: sui luppoli chiari ecco frutta matura, e un vibrante ricordo di miele. Solo verso la fine s'avverte un che d'erba appena tagliata.
Al primo assaggio la fase amara appare stordente: aggressiva fin dall'abbocco, s'impadronisce del palato, tenendolo lungamente in ostaggio. L'amaro è largo, medicinale, puntuto. Lascia un breve spazio per la dolcezza solo nella seconda parte del sorso, quando il finale s'arrotonda e s'allunga. Speziatura in retrolfatto, vaghissima.
Bicchiere non facile, a tratti scostante, di una certa complessità.