Ganache, ultrafondenti, cacao al 120%. Che meraviglia. Eppure, si può cadere in ginocchio anche di fronte al caro vecchio gianduia e ai cioccolati dolci, forse snobbati dai gourmet più sentenziosi. A pensarci bene: ma quant'è buono un gianduia fatto coi crismi e i carismi? Non avrà le sfumature fruttate di un super cru di cacao, ma la goduria la mantiene tutta. I torinesi lo sanno.
E chi impara da loro, pure. Valeria Santinoli di Rivanazzano (Pavia) non ha avuto dubbi. Studiava ingegneria, poi è rimasta folgorata dal cioccolato, approcciato in degustazioni serie. Era il 1998. A 25 anni, Valeria ha deciso che il cioccolato doveva essere la sua vita. E ha creato la Cioccolateria Caput Villa. Chi frequenta fiere e rassegne gastronomiche la conosce da almeno un decennio: il banco lunghissimo della cioccolateria è ospite assai gradito, sia dagli occhi che dalle papille dei golosi. Ma qualche anno fa, Valeria si è decisa ad aprire anche il punto vendita fisso, a Salice Terme, cittadina dai fasti termali antichi e non mai sopiti.
Valeria ha imparato tutto dal torinese Franco Rosso. Allieva di un sabaudo, poteva rinnegare i classici di quella città? Per niente. Ecco allora il mostruoso gianduia gigante, colato in uno stampo a forma di prisma, anzi di gianduiotto ipervitaminizzato. Uno splendore, una gioia, una gola.
Valeria non si ferma qui: propone pure il mitico cremino bicolore. Il segreto è un 60% di pasta di nocciole e una lavorazione classicissima, artigianale, anzi familiare. Il colpo d'occhio è bellissimo. Fino a non molto tempo fa, anche questi cremini erano a forma di gianduione. Ora invece sono a grande parallelepipedo, dagli angoli smussati. Si compra facendoseli tagliare a fette, oppure, se siete temerari, portandoseli a casa tutti interi. C'è chiaramente anche la possibilità di acquistare i cremini piccoli, fatti a cioccolatino, magari nell'avvincente variante al pistacchio.
Il resto? C'è tanta roba. Cioccolato bianco, ma anche nero, in grandi tavolette, con nocciole o senza. Cioccolato al riso soffiato. Cioccolato con arancia candita. Scorza, scorzette e frutta secca ricoperta. E poi i dragées: quelli ripieni di Cherry Brandy sono imbattibili, come pure quelli alla grappa di Amarone. E un'infinita varietà di tartufi, boeri, bon bon addirittura viziosi. Un paradiso da emozioni incontrollabili.