I dolci delle feste tutto l'anno. C'è chi mangerebbe panettone in agosto, ma per il cosumatore medio è inconcepibile. I dolci con connotazione religiosa poi sono ancora più difficili da emancipare. La colomba, gli struffoli. La zeppola di San Giuseppe invece, nonostante il santo in anagrafica, ha avuto più libertà di movimento. In fondo è pasta choux a forma di ciambella. Un grosso bigné con crema pasticcera e l'amarena sciroppata in cima.
Uscendo dal luogo d'elezione, Napoli, e permettendosi variazioni sul canone, fra le zeppole migliori di Torino ci sono quelle di Enzo e Grazia. E di Enzo e Grazia 2, forse venti metri più giù, sulla stessa via. Sono del tipo al forno, non fritte. Sono farcite, non vuote con la crema solo all'esterno a riempire il buco in centro. Il buco delle Nostre, comunque, è ricolmo anch'esso di crema, ma non ospita amarene. Ce n'è tante di zeppole con tali connotati, ma nessuna ha quella crema. In luogo della pasticcera classica vi è una spuma, soda, concreta, ma ariosa a sufficienza da non stuccare quando si affronta la ciambella intera. Al taglio il ripieno resta in sede, non sfugge. L'uovo presenzia ma imbambolato dal latticino. Si disinnesca così il più pericoloso antagonista al consumo massiccio di un dolce importante per dimensioni e tasso glicemico.
Se di solito per affrontare una o due zeppole è richiesto l'apporto irrazionale della golosità, con le zeppole di Enzo e Grazia basta il proverbiale sano appetito. La leggerezza e l'eleganza non sono in menu, ma gusto e voglia saranno appagati al prezzo di tre euro e nessun postumo digestivo. Raccomandate per colazioni domenicali, o per merende di pura gioia. Lontane dai pasti canonici, comunque.
Enzo e Grazia
Bottega della Zeppola
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