Pianura padana. Maiale, maiale & maiale. Non se ne esce. Ma chi ha detto che si debba per forza uscirne? E' così bello affogare tra salami e pancette, se buone. E allora un tuffo dai fratelli Lucca dovete farlo.
Siamo a Pandino (Cremona), circa 30 km da Milano, comodamente percorribili con la famosa statale Paullese, girando a sinistra a un certo punto. Sfiorate la frazioncina di Nosadello, passate accanto alla mitica Trattoria Volpi e ai suoi tortelloni di coniglio che meritano una sosta, superate l'Antica Latteria Agricola di Pandino (dove, nel caso, potrete approvvigionarvi del Salva Cremasco, il formaggio di cui queste terre si fanno vanto) ed entrate in paese. In un viale alberato, in direzione del centro, trovate la salumeria-macelleria dei fratelli Lucca.
Dentro, un'orgia di colori, in cui prevale il rosa della carne e il marroncino del budello dei salami. Tanti prodotti in giro, molti normali e tanti altri assai ricercati. E sul bancone, i salumi. Roba che viene da fuori, ma soprattutto una bella produzione fatta in casa, che è il motivo di questo viaggio.
I Lucca, anzitutto, sono apostoli maniacali del salame. La materia prima? Tutti maiali degli allevamenti della zona, che non sono pochi. Così, via con numerosi tipi di salame crudo, apparentemente simili ma in realtà sottilmente diversi. Le differenze riguardano la dimensione della macinatura, che cambia da tipo a tipo, pur restando fondamentalmente grossa, come vuole la tradizione. Abbiamo dunque il Salame Contadino, il Salame del Nonno, il salame detto semplicemente “Nostrano”. Tutta una serie di cru del salame cremonese. Tutti meritevoli della vostra attenzione. Stesso discorso per il salamino in formato tipo cacciatore, morbido e profumatissimo. Della stessa famiglia, i cotechini, che qui non possono mancare, Cremona ne è una delle capitali.
Pure il capitolo delle pancette è gaudioso. Sono una meglio dell'altra, tuttavia la nostra preferenza va a quella all'aglio, e a quella al pepe. Ok, ne abbiamo indicate due, ma sceglierle è arduo, dato che sono tutte molto dolci ed equilibrate.
Ma un pezzo da novanta, assolutamente irrinunciabile, è la salsiccia fresca. Oltre a quella “di base”, definita “tradizionale” (e non si può dar loro torto), c'è quella col formaggio Grana. Una specie di parente della luganega monzese storica, con qualche diversità: mentre la luganega ha un sapore forte (e indimenticabile, se viene insaccata da chi ci sa fare), questa salsiccia al formaggio è delicatissima, impalpabile, angelica. Impossibile stabilire se vinca Monza oppure Cremona-Lodi (questa salsiccia nel lodigiano ha una lunga storia): tutto dipende dal gusto personale. Nel dubbio, procuratevele entrambe, per quella monzese suggeriremo opportuni indirizzi su queste pagine.
Nel banco, anche carne di maiale fresca, pure lei prelevata da animali locali. Oltre, si diceva, a numerosi salumi e formaggi delle provenienze più variegate.
Un simpatico negozio di paese, e un artigiano che lavora coscienziosamente.