Pignoccata

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INGREDIENTI

PROCEDIMENTO

Le prime notizie storiche sul Carnevale siciliano risalgono al 1600 e riguardano la città di Palermo. Col passare del tempo, la ricorrenza divenne sempre più sfarzosa nella preparazione degli addobbi, dei costumi e delle maschere, realizzando così il desiderio collettivo di evadere dalla routine quotidiana. Il Carnevale di Palermo ha un passato glorioso, costituito da cortei in cui si esibivano numerosi costumi barocchi, palii allegorici e commedie rappresentate in piazza. Il momento magico di questa manifestazione si ebbe soprattutto nel 1700, quando la festa coinvolgeva tutti, dai nobili al popolino. 

Le vie cittadine, soprattutto quelle principali come il Cassaro e la Strada Nuova, erano teatro di festeggiamenti e delle Carrozzate, le sfilate delle carrozze patronali che ospitavano i nobili del luogo che amavano mescolarsi col popolo, mentre i teatri cittadini ospitavano numerosi giochi e balli in maschera. Attualmente, la festa palermitana del Carnevale viene vissuta come recupero della memoria e delle antiche tradizioni che l'hanno resa famosa.
Il fasto culinario legato al Carnevale è espressione tipica dell'abbondanza della ricorrenza. Durante la settimana si fa largo uso di sughi di carne e di pietanze elaborate. Come i maccheroni al ragù, fatti a mano con uova e farina e conditi con un ragù preparato con cotenna di maiale e spezie, e l'antico minestrone del giovedì grasso preparato nella Contea di Modica, che unisce verdure come le patate, le fave secche, cipolle, prezzemolo, sale e pepe al lardo di maiale privato di cotenna e tagliato a cubetti; di dolci ricchi come le teste di turco, frittelle dolci ripiene di crema ed uva passa tipiche di Modica, e meno elaborati come la pignoccata, dolce tipico del Carnevale palermitano. 
I miei ricordi del Carnevale sono legati alla Palermo degli anni '60. Quel che resta nella memoria è un groviglio di sensazioni fatto di suoni, rumori, colori, profumi e musica, e di gente che si divertiva con poco e di poco, semplicemente passeggiando per i mercati e acquistando i dolci tipici che, agli occhi di una bambina e sotto le luci delle bancarelle, assumevano colori ancor più sfavillanti, mentre gli adulti organizzavano feste in casa con abbondanti buffet e cotillons, oppure andavano a ballare il twist nei locali del centro. Come in quelle scene dei film italiani in bianco e nero, alla fine tutti tornavano a casa un po' brilli e confusi, ma felici. Non senza aver mangiato il dolce di Carnevale tipico. Proprio quello di cui vi parlerò oggi.

Per prima cosa formerete una fontana di farina. Poi, in una ciotola, sbatterete le uova insieme al burro fuso e allo zucchero, e le unirete alla farina, amalgamando bene l'impasto che dovrà assumere una consistenza corposa, fino ad ottenere una palla liscia. Quindi, inizierete a realizzare dei serpentelli che taglierete a tocchetti della lunghezza di un centimetro circa e ai quali darete la forma di palline. Nel frattempo, avrete versato un'abbondante quantità di olio di semi di arachide in una padella dai bordi alti in cui, quando avrà raggiunto una temperatura adeguatamente alta, friggerete le palline fino a farle dorare uniformemente, quindi le disporrete su di un vassoio in cui avrete adagiato della carta che assorbirà l'olio in eccesso. Dunque prenderete un'altra padella con il fondo antiaderente in cui scioglierete il miele e l'acqua di fiori d'arancio a bassa temperatura, quindi aggiungerete le palline, mescolando bene in modo tale da ricoprirle uniformemente. Infine verserete in un unico piatto o, se preferite, in piattini o coppette singole, guarnirete con palline di zucchero colorate e servirete. 

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