Dobbiamo sempre affidarci all’etichetta per capire da dove arriva un cibo che stiamo per comprare e se è di qualità, ma con il pesce possiamo fare anche altro.... Leggi tutto
Che cosa sono le primizie, che cosa vuol dire Extra, perché diffidare delle offerte a 99 centesimi, che cosa comprare a seconda delle stagioni: una guida pratica per orientarsi fra i cibi che dovrebbero essere alla base della nostra dieta
Qual è la cosa più importante da controllare quando si sceglie la frutta o la verdura da mettere in tavola o con cui preparare una torta, un piatto, un contorno? L’etichetta? Il prezzo? L’aspetto? Oppure la consistenza? Nessuna di queste. Meglio: tutte queste, ma non prima di avere guardato il calendario. Perché la stagione in cui ci si trova è la variabile fondamentale da considerare quando si comprano questi cibi.
I motivi sono tanti, alcuni li sappiamo e altri li possiamo immaginare, altri ancora per qualcuno possono essere un po’ una scoperta: scegliere frutta e verdura di stagione aiuta a risparmiare e aiuta la Terra, perché riduce la necessità di costosi e inquinanti trasporti da un capo all’altro del mondo. Ma non solo: “Mangiare frutta e verdura di stagione significa avere un’alimentazione che varia di mese in mese e dà i nutrienti che servono proprio per quella stagione - ci ha spiegato Simone Moroni, direttore della Cooperativa Ortofrutticola di Albenga, in provincia di Savona - D’estate, quando fa molto caldo, frutta e verdura di stagione (come pesche, albicocche, melanzane, pomodori e zucchine) sono appunto ricche di acqua e sali minerali, mentre quelle invernali (come agrumi e cavoli) sono ricche di vitamina C”. È da lui, che in passato ha avuto un ruolo direttivo in Coldiretti, e da Emanuela Colamartino, sua responsabile commerciale, che ci siamo fatti aiutare per aiutare i nostri lettori a scegliere frutta e verdura giusta, a non prendere fregature, a mangiare bene senza fare male all’ambiente. E durante la lunga chiacchierata con loro, il concetto di stagionalità è emerso più volte.
Per preparare questa nuova guida all’acquisto (le altre sono elencate in fondo alla pagina) ci siamo messi nei panni di chi entra in un punto vendita e deve appunto scegliere frutta e verdura. Controllando bene l’etichetta: “La legge impone che indichi la categoria commerciale della merce, il Paese o la regione italiana di provenienza, la varietà (se è un pomodoro, che tipo di pomodoro è) e il calibro (semplificando: le dimensioni, ndr) - ci ha ricordato Moroni - Sono tutte informazioni utili al consumatore nella scelta d'acquisto”. E se non ci sono, o se ne manca qualcuna, allora meglio comprare altro.
Secondo lui, in questa fase i nostri sensi sono meno importanti, soprattutto il tatto: “In generale, sarebbe meglio non toccare troppo questi prodotti, ancora di più in questo periodo - ci ha detto sorridendo - Tanto è vero che durante i mesi di pandemia, il cosiddetto vassoiato (frutta e verdura confezionate e coperte da un sottile strato di cellophane, ndr) è andato molto meglio dello sfuso”. Il motivo è che invece di toccare, guardiamo: “L’occhio vuole la sua parte, ma può trarre in inganno”. In che senso? “Nel senso che oggi si entra in un supermercato e i pomodori sono tutti uguali, tutti bellissimi, tutti delle stesse dimensioni, tutti degli stessi colori. Ma un cuore di bue mangiato a giugno o luglio avrà un sapore incredibile, mentre uno mangiato a dicembre lascerà un po’ delusi”. Perché? Perché quello di giugno è nella sua stagione e quello di dicembre no. Che è il motivo per cui è importante seguire il calendario, come si diceva all’inizio.
Allo stesso modo, possiamo imbatterci in una mela bruttina e sfortunata, ma che sarà buonissima perché la incontriamo nel (suo) momento giusto. Dunque, impariamo a usare i nostri sensi, ma a non fidarci solo di loro. Anche perché i negozi lo sanno, che “anche l’occhio vuole la sua parte”, e in qualche modo cercano di tirarci dove vogliono loro. E questo ci porta al prossimo punto.
Quando ci aggiriamo fra le corsie di un supermercato o all’interno di un piccolo fruttivendolo o di un verduraio di quartiere, capita spesso di leggere cartelli che dicono Prima scelta, Seconda scelta o addirittura Extra: che significa? Che cosa cambia? “Va precisato che questa differenza viene applicata a livello commerciale per definire l’impatto visivo della merce e del suo confezionamento - ci ha spiegato Colamartino - Non è detto che un frutto di Seconda scelta, venduto sfuso, sia meno gustoso rispetto a uno di categoria Extra venduto in una confezione più curata. La Seconda è generalmente un calibro più piccolo rispetto allo standard, ma la categoria è definita anche in base alla presentazione del prodotto, cioè peso, forma, dimensioni, assenza di lesioni e ammaccature”. Nel dettaglio, “la frutta è divisa in 3 categorie, che sono Extra, Prima (buona qualità e rari difetti di forma o dimensione) e Seconda (difetti di colorazione e calibro disuniforme)”. In generale, non dovrebbero esserci differenze qualitative, ma principalmente di aspetto.
Cosa ancora più vera quando si parla di Extra: “La frutta e la verdura etichettate così hanno di solito la stessa qualità della Prima scelta - ci ha detto Moroni - ma sono perfette dal punto di vista estetico”. Di più ancora: “Per essere di categoria Extra contano anche molto la presentazione e la cura nel packaging e una mela, venduta singolarmente magari in una bella confezione di cartone riciclato, costerà di più rispetto a una mela di pari qualità che però è venduta sfusa”. Per semplicità, possiamo considerare la differenza fra Extra e Prima scelta come quella che c’è nell’impiattamento di due piatti simili al ristorante.
Infine, per chiudere anche questo capitolo parlando dell’importanza del calendario, un’altra raccomandazione: “È sempre bene scegliere frutta e verdura di stagione - ha ribadito di nuovo Colamartino - che presenta qualità organolettiche superiori e costa meno rispetto alle primizie”. Che cosa sono? “Sono le fragole a Natale o le ciliegie a dicembre - ci ha detto Moroni - cioè fuori dalla loro stagione”. Che per entrambe è la primavera inoltrata: “Ormai siamo abituati a trovare tutto in tutti i periodi dell’anno. A pretendere di trovare tutto. E questo ci ha un po’ diseducati, e se entriamo in un negozio e non c’è tutto, ne avremo una cattiva opinione”. Anche se magari quel negozio sta solo seguendo il calendario, come sarebbe giusto fare.
A questo proposito, abbiamo chiesto a Moroni di aiutarci con un ripasso su quali siano frutta e verdura giuste a seconda delle stagioni, che non fa male e anche può essere utile come traccia su quello che dovremmo cercare nei vari mesi dell’anno.
Autunno/Inverno
Frutta: arance, clementine, mele, pere, limoniVerdura: carote, cavolfiori, spinaci, rape, broccoli, coste, carciofi, finocchi, zucche.
Primavera/Estate
Frutta: ciliegie, fragole, piccoli frutti, meloni, albicocche, pesche, susineVerdura: fagioli, fagiolini, zucchine, pomodori, peperoni, melanzane, insalate, cipolla, fave.
Secondo il direttore della Cooperativa, è invece pressoché impossibile fornire indicazioni affidabili sui listini, perché “il costo di frutta è verdura è fra i più volatili del mercato, influenzato com’è da variabili atmosferiche su cui non abbiamo alcun controllo”, che possono portare a forti oscillazioni anche da un giorno all’altro. Quello che si può fare è però qualche ragionamento sui prezzi stracciati che si trovano ogni tanto nei supermercati e su quelle offerte a 99 centesimi che tanto spesso attirano la nostra attenzione. Sono fregature da cui tenersi alla larga? “Non necessariamente, ma è bene fare attenzione e leggere con cura le etichette”, perché “è facile trovare offerte di ortaggi confezionati a prezzi che sembrano essere molto convenienti, ma guardando il costo al kg (che va mostrato per legge, ndr) magari si scopre che quell’offerta non è così allettante”. Insomma: “A volte l’indicazione 99 centesimi dà l’illusione di pagare meno, altre volte queste promozioni vengono fatte su prodotti di Seconda scelta che, anche se non meno buoni, a chi li vende sono costati meno di quello che vorrebbe far credere”.
Le ultime domande, ai nostri due esperti, le abbiamo fatte su frutta e verdura che arrivano dall’estero, sempre più presenti nei negozi italiani, proprio per quell’abitudine ad avere sempre tutto di cui si diceva prima. Quando abbiamo chiesto se si possono comprare, ci hanno dato una risposta che un po’ ci aspettavamo: “È bene ricordare che in ogni Paese ci sono disposizioni differenti in merito all’utilizzo dei fitofarmaci (le sostanze usate per la protezione delle colture, ndr) e che la stessa Ue dà disposizioni in merito che ogni Stato è in parte libero di recepire oppure no - ci ha ricordato Colamartino - In Italia sono anni che vengono emanati decreti per limitare l’utilizzo dei fitofarmaci per spingere sulla cosiddetta lotta integrata. Ad Albenga, per esempio, molte aziende usano gli insetti buoni per debellare quelli cattivi”. In parole povere: “In alcuni Paesi, da cui l’Italia importa frutta e verdura, sono consentiti agrofarmaci che da noi sono vietati da tempo”.
Insomma, meglio preferire il made in Italy, come ci ha ribadito Moroni quando abbiamo provato a forzargli un po’ la mano e consigliarci almeno un Paese straniero da cui comprare frutta e verdura di qualità: “Sicuramente la Spagna è un concorrente temibile, ma non vedo davvero ragione per non comprare italiano. Qui le norme vengono fatte rispettare, ci sono tantissimi controlli, delle Asl, del Nas, della Forestale”. Non solo: “Da noi c’è una varietà talmente grande di questi prodotti, di culture e di usi, che ci si è spinti alla ricerca di prodotti sempre migliori, e non c’è motivo per andarli a cercare all’estero”. E poi, “in Italia il concetto di stagionalità è particolarmente fondato e il clima mite permette la coltivazione di una grande quantità di frutta e verdura”. Ve l’avevamo detto che le stagioni sono importanti, no? Che poi è la ragione per cui su Cucchiaio vi proponiamo da tempo una selezione di ricette con frutta e verdura dei vari mesi dell’anno. A proposito, qui ci sono quelle di gennaio e, più in generale, quelle dell’inverno.
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Si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova ed è nella redazione di Italian Tech
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