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Arriva dalla Svizzera ed è una delle ultime novità in un mercato sempre più affollato: quali sono i prodotti a catalogo, quali gli ingredienti, quanto costano e dove si comprano in Italia.
Viene dalla Svizzera, ma non è cioccolato. È carne, però non è carne. È carne vegetale, ma non è fatta con la soia. Insomma, quella di Planted è una non-carne che cerca di distinguersi in un mercato ormai sempre più affollato: "Puntiamo soprattutto sulla nostra lista di ingredienti molto corta, la più corta di tutti, perché sono appena quattro", ci hanno detto Marta Residori e Massimiliano Nogheredo, i due country manager per l’Italia.
Li abbiamo incontrati durante una presentazione organizzata a Milano all'interno di FUD, uno dei 70 ristoranti del nostro Paese che già servono i prodotti di Planted. Che da noi non si possono ancora comprare (anche se in realtà si possono), ma appunto si possono già mangiare. Più sotto spieghiamo tutto, ma prima iniziamo dagli ingredienti: quali sono?
L’azienda svizzera, nata nel 2019 come startup del Politecnico di Zurigo e oggi arrivata ad avere 180 dipendenti, ha a catalogo 4 prodotti: bocconcini di non-pollo, pulled pork (un classico del barbecue all’americana), kebab e schnitzel, la tipica cotoletta austriaca. Per tutti, con l’eccezione del pulled pork, la lista degli ingredienti è la stessa: proteine e fibre di piselli, acqua, olio e vitamina B12, tutti “di provenienza europea”. Che ci sia la B12 è una scelta insieme furba e intelligente: la sua (presunta) assenza dalle diete vegetali è fra gli argomenti preferiti da chi le osteggia, e averla fra gli ingredienti dovrebbe eliminare alcuni dubbi.
Abbiamo scritto “con l’eccezione del pulled pork” perché lì ci sono anche avena e olio di girasole, ma in ogni caso non c’è mai la soia: “Abbiamo deciso di escluderla sia per ragioni nutrizionali sia per ragioni di sostenibilità ambientale”, ci ha spiegato Residori. Allo stesso modo, non ci sono burger, che è una cosa un po’ strana e decisamente in controtendenza rispetto alla concorrenza: “Non ci sono burger perché con i burger non puoi fare nulla, puoi fare solo burger - ci hanno detto dall’azienda - Noi non vogliamo questo, vogliamo che i nostri prodotti siano più adattabili, interpretabili, utilizzabili in più modi possibile”.
Tutto viene fatto in quello che al momento è l’unico stabilimento: si trova a Kemptthal, vicino a Zurigo, viaggia al ritmo di 10 tonnellate di non-carne al giorno e presto sarà affiancato da un altro, perché “la domanda è in forte crescita - ci ha detto Nogheredo - Stiamo cercando una sede nell’Unione europea, anche per facilitare le operazioni di esportazione”. E tutto viene fatto attraverso un processo di estrusione a umido che amalgama gli ingredienti e porta a ottenere un composto cui poi dare la forma desiderata: è probabilmente simile a quello usato dai brasiliani di Future Farm e dagli italiani di Joy Food, e su Cucchiaio lo spiegammo a maggio 2021. Come riferimento, 100 grammi di Planted Chicken permettono di assimilare 24 grammi di proteine.
Durante la presentazione, abbiamo avuto l’occasione di osservare la preparazione di burrito di non-pollo, di kebab onestamente indistinguibili dall’originale, di alcuni mini panini con il pulled pork e soprattutto di due diverse insalate che permettono di apprezzare meglio la consistenza dei bocconcini di Planted, ben distinguibili fra avocado, crostini di pane, salsa yogurt, anacardi e zucchine.
Al momento, questo (inteso come andare al ristorante) è il modo più facile e veloce per provare questi prodotti in Italia: diversamente, si possono comprare in alcuni negozi specializzati di Milano e Roma, oppure anche online, sullo store di Planted. Per una confezione da 400 grammi, che nelle intenzioni dell’azienda dovrebbero corrispondere a 3 porzioni, si spende una decina di euro, mentre due cotolette da 110 grammi ciascuna costano 5,99 euro. Sono prezzi allineati alla concorrenza, se non un filo più bassi: due Beyond Burger costano 6-7 euro, mentre per due burger di Future Farm se ne spendono 5.
Il vero banco di prova sarà comunque la grande distribuzione: i prodotti di Planted dovrebbero arrivare nei supermercati italiani da settembre, e una confezione da 160 grammi dovrebbe costare intorno ai 5,50 euro. Al momento, l’azienda è presente in 6 Paesi europei (in ordine di apertura: Svizzera, Germania, Austria, Francia, Regno Unito e Italia), per un totale di 6mila punti vendita e 4mila ristoranti, e ha grandi ambizioni per il futuro: “Già oggi, i nostri prodotti vengono usati come base per i piatti da alcuni chef stellati e vogliamo che sia sempre più così, anche in Italia - ci hanno detto Residori e Nogheredo - Soprattutto, abbiamo un nostro Bilancio di Sostenibilità, stiamo lavorando per ottenere la certificazione B-Corp e ridurre quotidianamente il nostro impatto sull’ambiente”. E anche quello dei clienti, ovviamente: secondo le stime, la non-carne di Planted permette il 75-80% di emissioni di anidride carbonica in meno e il 50% di uso di acqua in meno rispetto alle carni tradizionali. Perché, sì: come ormai dovremmo avere capito, la via verso la sostenibilità passa (anche) per la tavola.
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