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Prima tappa del tour Cucchiaio 23. Al mosso con Cesare Battisti per la rivincita dei vegetali.
Vi chiederete se c’era davvero bisogno di un tour per una redazione di cucina? Secondo noi sì, e queste sono le tre ragioni che ci hanno convinti a partire.
Intanto partiamo dall’inizio: per dare qualche riferimento, quest’anno il cellulare compie 50 anni e internet 54. Il libro del Cucchiaio d’Argento di anni ne ha molti di più, supera i 70, mentre in digitale è coetaneo del web. Il primo sito, infatti, va online a metà anni 90, poco dopo la diffusione di internet, transita dai Mac agli Intel 486, fino alle prime app su iPhone, ed è spesso in classifica sull’app Store. Abbiamo fatto un sacco di cose insieme, stretti in una relazione con il nostro pubblico che non è mai finita e, soprattutto, è cresciuta e cambiata. Negli ultimi anni però abbiamo smesso di vederci, anzi, ci siamo quasi abituati a vederci solo attraverso la mediazione dello schermo.
Questo viaggio serve a infrangere la barriera dei pixel e incontrarvi, conoscerci, scambiarci chiacchiere e consigli, come si fa tra amici.
Chef, fotografi, operatori, esperti, giovani imprenditori, aziende, creator quelli che come noi, ogni giorno, operano nel mondo del cibo, li vogliamo incontrare con l’obiettivo di unire i nostri sguardi per immaginare scenari futuri. Stiamo comprendendo alcuni valori fondanti del nostro cibarci, nella relazione con il pianeta, con la produzione alimentare e con il consumo. Stiamo dando un significato finalmente rotondo al termine ‘sostenibile’, perciò un colloquio fitto acquisisce un valore nuovo, di confronto, di messa a fuoco di argomenti imprescindibili. La cucina non è solo la frase consumata nel lancio di un post, “tra tradizione e innovazione”, la cucina è un affare tra noi e il nostro futuro e ora va ridisegnata, nei contenuti e nella proposizione. Di questo vogliamo parlare.
Cerchiamo un punto di vista che ci permetta di osservare con più lucidità la cucina, che non si limiti alla ‘social cucina’ ma vada al centro di quella vera. Per costruire un paesaggio diverso, nuovo, là dove in questi anni sono mancate scoperte e sorprese, potremmo dire di aver visto solo infinite declinazioni: ricette proposte in ogni modo, cibo amato, maltrattato, ascoltato e idolatrato. Ricette su tutti i media e in gara, nuovi personaggi come i creator, potenti, divertenti, peculiari, interessanti, li amiamo ma la maggior parte di loro vive su un palcoscenico, il teatro della cucina, non dietro a un fornello né a un bisogno alimentare.
E allora? Cosa succederà domani? Dove andremo superata la fase ‘narcisistica’ del cucinare?
Il primo è stato: la rivincita dei vegetali, che per noi è diventato un refrain. Ci piace, ci piace che ci sia stato un capovolgimento e da comparse siano diventati protagonisti. Se ci pensate, il concetto di contorno è scomparso, contorno a cosa?
mosso Milano è il luogo che abbiamo scelto, perché ha una storia di rivincita che ci è piaciuto raccontare. Sta a NoLo (Nord di Loreto per chi non lo sapesse), forse il quartiere più ambito della Milano 23, uno spazio che è particolarmente adatto alla discussione perché anche qui di rivalsa si parla. Abbiamo invitato Cesare Battisti, chef del Ratanà e di molte altre iniziative in città, una personalità interessante, ardita e impudente quanto lucida sulla sua visione di un domani che inizia oggi.
Con i ragazzi del mosso abbiamo preparato la pizza, vegana, per approfondire la versione vegetale di un patrimonio nazionale, con una combinazione di sapori sorprendente. Con Cesare due ricette che hanno il verde dentro al piatto e all’idea che le rende possibile.
Abbiamo messo a confronto il mondo vegetale alimentare con quello urbano, con i nostri colleghi di domus, perché la cucina per certi versi è antropizzata quanto il paesaggio, e perché gli strumenti che la rendono più facile o più educata sono prodotti di un design intelligente e sostenibile. Persino i cocktail preparati insieme hanno come protagonisti i vegetali.
Siamo andati al mosso perché il nome ci piace, contiene una promessa, uno slancio che va colto.
Illustrazione di Davide Abati.
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