Olivier e Caroline sono le due anime della piccola maison di Champagne Collard-Picard, che per tradizione vede i due cognomi dei proprietari, che sono anche coppia nella vita, uniti dal trattino. Enologa lei e agronomo lui, entrambi si può dire siano figli d’arte: Olivier è figlio figlio di Daniel (produttore dello Champagne Collard-Chardelle) e nipote di René, antesignano dell’approccio bio in champagne mentre Croline è erede di una famiglia di viticoltori nella Côte des Blancs, con proprietà accanto a quelle di Salon. Nel 1996, con l’idea di iniziare a produrre Champagne seguendo secondo i dettami dell’agricoltura biologica, ispirandosi al nonno René, Olivier e Caroline fondano la loro maison
Collard-Picard. La maison si trova nella parte nord di Villers-sous-Châtillon, nella Vallé de la Marne, celebre zona di produzione del Pinot Meunier. Le amorevoli cure con cui vengono seguiti i vigneti, proseguono in cantina con un lavoro accorto che parte dalla selezione attenta dei mosti nella fase di pressatura, in modo da destinarli a diverse cuvée.
Per la “Cuvée Dom Picard” viene utilizzato esclusivamente il cuore (
cœur o
tête) della prima pressatura: in questa frazione sono racchiusi i succhi delle uve più pregiate, quelli da cui ci si potrà aspettare il meglio dalla rifermentazione in bottiglia, con uno sviluppo aromatico più elegante e nobile. La prima fermentazione avviene in botti grandi di rovere e come anche per il resto della produzione, i
vin clair non svolgono la fermentazione malolattica, per conservare al meglio le caratteristiche di acidità del vino. Si tratta di un Blanc de Blancs Grand Cru, poiché le uve Chardonnay provengono interamente da Le-Mesnil-sur-Oger e Oger. Un calice dal colore oro con riflessi luminosi, che da subito sprigiona delle note agrumate intense e intriganti, con il profumo del limone maturo che si fonde ad una sensazione di dolcezza come fosse crema al limone racchiusa in una fragrante millefoglie. Il sorso è vibrante di freschezza quasi un sorbetto con note di zenzero e cedro, e reso ancor più netto dalla precisa mineralità che tiene il ritmo sul palato, mentre il finale, elegantissimo, sfuma su note di biscotto alle mandorle. Affascinante.