E’ sempre un grandissimo piacere per chi ama lo
Champagne come me, e segnatamente quella particolare tipologia che sono i rosé, imbattersi in bottiglie che oltre ad essere intrinsecamente buone e prodotte da piccole maison (pardon, da piccoli récoltant manipulant che assicurano cure artigianali), presentano un innegabile vantaggio per noi consumatori. Quello di non costare un occhio della testa, ma di presentare un costo tutto sommato abbordabile.
E’ il caso del nostro Champagne rosé non millesimato di oggi, che sul
sito Internet Vendita Champagne, creato da un appassionato come Vittorio Vezzola per selezionare e proporre agli appassionati delle “
bollicine” francesi (quorum ego) classici della produzione champenoise, è in vendita a poco meno di 30 euro.
Chi lo produce è una piccola Maison di
Mesnil sur Oger, ovvero
Guy Charlemagne, 15 ettari (13 a Chardonnay, 2 a Pinot Noir, età media di 31 anni), situata in piena
Côte des Blancs. Dinastia di vignerons fin dal 1892, gli Charlemagne vinificano esclusivamente uve da vigneti di proprietà, solo 130 mila bottiglie vendute per il 35% in patria e per il 65% all’estero. Soprattutto Norvegia, Stati Uniti, Giappone, Svizzera, Australia e, fortunatamente per noi, Italia.
Per questa famiglia,
come ho già avuto modo di scrivere, qualità fa rima con verità e la ricerca della qualità è una preoccupazione costante. Un’ impresa familiare “dove si perpetua la tradizione” che ha la fortuna ed il privilegio di lavorare su vigneti posti in due dei soli 17 villaggi (su 313) classificati Grand Cru, ovvero Le Mesnil sur Oger et Oger, villaggi dove lo Chardonnay è l’indiscusso sovrano. Gli Charlemagne proprietari di parcelles di lieux-dits denominati
Chétillon, Coullemets, Vaucherots, Mont-Joly, Aillerand du Midi che
hanno 42 anni d’età e sono veramente
vieilles vignes, sono proprietari anche di piccole
parcelles a Cuis (classificate 95% nel classement dei vigneti champenoise), Sézanne 87%, Mancy 88%, Glannes 84%. Inutile dire che le uve vengono raccolte con vendemmie esclusivamente manuali e che le cuvées più importanti vengono fermentate in
fûts de chêne.
Il Rosé non millesimato, che fa parte di
una gamma di sette vini (per ora ho avuto il modo di degustarne tre, ma vorrei proseguire anche con gli altri), è un Pinot noir in purezza realizzato con la tecnica dei
Rosé de saignée, da uve provenienti da vigneti in Mancy e Cuis (premier cru) posti su terreni argillo-calcarei e si affina 24 mesi sui lieviti. E’ un Brut, e il dosaggio degli zuccheri, molto calibrato, va da 8 a 10 grammi per litro.
Ci sarebbe molto da dire su questo Champagne, ad iniziare dal colore, non appariscente, misterioso, ricco di fascino, che non mi limito a definire rosa antico, rosa di montagna, con una vena di melograno maturo e forse appena una leggera buccia di cipolla, ma ha evocato, nella splendida persona che ha degustato insieme a me, champagnista e ricca di sensibilità, attenta ai dettagli come pochi, i colori che potete ammirare nel dipinto di un
Gustav Klimt non ancora trentenne, denominato
Fanciulle con oleandro e
che potete ammirare qui.
Sottile e continuo, finissimo e ricco di energia nel bicchiere, il perlage. La fascinazione continua poi al primo impatto olfattivo, un naso fine, elegante, agrumato al punto giusto, con una presenza fruttata che richiama il ribes più che il lampone, e poi sfumature leggermente candite, o che richiamano una vena appena speziata, e tanto sale e mineralità e freschezza, in una cornice di grande fragranza.
Il meglio arriva però appena questo Rosé di Guy Charlemagne lo si beve, e con crescente soddisfazione, piacevolezza e incanto: bell’attacco salato, di gran nerbo minerale, rotondo al punto giusto, fruttato e succoso come si deve, con una croccantezza delle bolle che forma una sorta di merletto sul palato e lo stuzzica e titilla in una sorta di “erotismo del piacere vinoso” che conquista, tanto il vino appare perfettamente armonico, dotato di grande spinta e verticalità, bella persistenza lunga e ricca di sapore, piacevolissimamente gustoso.
Gli Charlemagne consigliano di abbinarlo a crostacei, capesante, salmone affumicato con blinis. Fatelo pure, ma a qualsiasi cosa lo accosterete, soprattutto se sarete, come lo sono stato io, nella migliore delle compagnie possibili, funzionerà meravigliosamente e vi farà toccare il cielo, di Bacco, con un dito…