Dall'Eldorado enoico ecco un bicchiere che sta alla Denominazione come un riferimento: Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Petit Verdot. Rovere piccolo, e vetro. Cos'altro? Sì, la quota, più elevata della media circostante, fino ai 250 metri che arraffano le brezze di terra e i venti di mare.
Allora il bicchiere s'inonda di questo rubino intenso, precipite nel cuore oscuro e sanguinoso, fitto al punto di catturare la luce. Il naso si spalanca di frutta rosse d'ogni sorta, tante da non aver agio di scrivere elenchi. E poi il pepe nero, là in fondo, che chiude un respiro ampio quanto un sospiro.
L'assaggio, poi. Diritto, di compostezza quasi aritmetica: tutte le sensazioni al loro posto, con i vitigni che s'esprimono in lunghezza, e quella tensione nervosa orizzontale che allarga il sorso verso il centro. Freddo il finale, non ostante le reboanze dell'alcool, con tanti puntini di sospensione.
Bicchiere che vorresti assaggiare, per dire, tra dieci anni.