L'etichetta è chiara e convincente: la ripartizione 60/40 sugli assi di trazione francofoni è spinta saldamente da un accento veneto, a tratti, rassicurante.
Un bicchiere di rosso ancora vivo e potente, il peso specifico sul vetro è tangibile, scivola via a fatica quel velo di concretezza colorata. Il naso è opulento, corposo, fitto di frutti e legni morbidi, qualche apostrofo di persistenza non proprio drittissima, ma piacevole il puzzle composto da spezie dolciastre e poco verdi.
Il sorso è lunghissimo, polposo e glicerico, eppure sarebbe piaciuto tanto ascoltare tannini un poco più ruvidi e muscolosi, magari capaci di innervosire la lingua altrimenti immersa in un frutto di grande finezza ma che regala placide emozioni.
Un bicchiere per chi cerca piccole certezze.