C'è qualcosa di fastidiosamente acchiappante nei vini di Stefano Menti. Hanno un tratto, un segno, un marcatore. C'è chi la chiama personalità. Io non la so chiamare, invece.
Il Riva Arsiglia è il suo Gambellara, classico e schietto. Il suo giallo denso ti fa immaginare frutta macerata, albicocche e sciroppo.
Ecco, ti fa immaginare.
Perché il bicchiere profuma di terra e di pietra. Sbuffi poco ruffiani, poco graziosi ma intensi, duri, veri. Il miele è ruvido, è un graffio al naso, un ricordo dolce.
E poi il sorso, che è una tempesta. Lampi salati riscaldano le guance, una sensazione sfacciatamente tattile ti avvolge, ti trascina. Per contrasto e miracolo, in mezzo alla bufera, le piogge acide, di pompelmo amaro e dissetante, inondano, danno refrigerio, danno respiro. Un equilibrio folle e magnifico.
C'è qualcosa di fastidiosamente acchiappante nei vini di Stefano Menti.