Il grignolino (vino) appartiene a quelle categorie svantaggiate, gravate di pregiudizi e luoghi comuni non suffragati dai fatti. Il grignolino è rosa, ma non è un rosato, perché un vino rosso vero; va bevuto leggermente fresco ma non freddo, perché il freddo ne avvilisce i profumi ma anche il tatto, assottigliandolo eccessivamente; viene considerato un vino facile, quando per tradizione non è mai stato il vino quotidiano; lo si chiama al bicchiere da giovane, quando sa invecchiare con insospettata dignità.
Questo di Giorgio Arditi ha poco di rosa, nulla di rosato e molto di granato scarico, ma non pallido, anzi fiero del rimbalzare luce in barbagli scarlatto e rubino. Ha naso vivo e gentile, con le fragole di bosco assieme alle amarene, quando si zuccherano per i bimbi nei giorni di festa in campagna. Fine e delicato, non troppo persistente.
L'assaggio è subito importante d'alcool (13°) e di spirito, rapidamente acceso dalla vena acida che lo raddrizza fino al centro. I tannini sono un velo, ma tenace, che trascina il sorso al suo termine con una insospettata testardaggine.
Bicchiere che scorre, ingannevole: lo troverai preciso, per niente banale.