E’ sempre divertente per me scrivere del
Soave, perché questa popolarissima denominazione veneta, 2400 ettari per circa 60 milioni di bottiglie distribuite nelle diverse tipologie, offre sempre argomenti validi. Legati alla sua vitalità, alla differenziazione produttiva, che vede sia grandi aziende, che cantine sociali che piccole aziende agricole proporre vini dotati di personalità, e alla forza di quel vitigno, la
Garganega, che ne è il simbolo e la spina dorsale. In assoluta solitudine, da splendido solista, o talvolta accompagnato a dosi calibrate dell’altra uva locale, il Trebbiano di Soave.
Le terre del Soave, splendide anche da un punto di vista paesaggistico, soprattutto quelle dell’area classica, la zona storica che comprende i comuni di Monteforte d’Alpone e Soave e riguarda una superficie vitata intorno ai 1.700 ettari, sono tutte un cru, un susseguirsi di vigneti con esposizioni spettacolari e possono contare su una composizione geologica dei terreni molto variabile, da vulcanica e basaltica, ad argillosa e calcarea, che fa sì che i vini abbiano caratteristiche diverse.
Non solo dal punto di vista organolettico, perché ci sono Soave più diretti e floreali, più semplici, altri più strutturati e fruttati, altri più nervosi, salati e minerali, ma dal punto di vista della tenuta nel tempo, Soave classico che danno il loro meglio e vengono fuori, come passisti di razza, alla distanza, dopo almeno un anno di permanenza in bottiglia e di riposo in cantina. Soave che puoi tranquillamente bere e gustare, in tutta la loro complessità, anche quando sono trascorsi 24 mesi e più dall’epoca della vendemmia. Uno di questi vini, espressione di un cru importante come il Costalta, in territorio di Monteforte, è sicuramente Le Bine Longhe (cru di Costalta si legge in etichetta) prodotto da una delle numerose famiglie di viticoltori soavisti che portano il cognome Tessari. Al punto che la
Cantina Tessari per distinguersi ha scelto di presentarsi come T.E.S.S.A.R.I. con le lettere del cognome tutte fatte seguire da un punto.
Il nome di questo vino è dovuto alla particolare lunghezza, quasi 300 metri, dei filari e la storia della cantina è quella di un’azienda familiare che in vent’anni di attività e di imbottigliamento con proprio nome ha progressivamente acquisito 12 ettari di proprietà e ha visto progressivamente entrare nel team, dopo il padre Aldo, i figli Antonio e Germano e dal 2007 la figlia Cornelia. Le Bine Longhe ha caratteristiche diverse dall’altro valido Soave Classico prodotto, il Grisela: è espressione di una vigna che ha oltre quarant’anni di età e che era già stata acquistata nel 1957, si trova a 150 metri di altezza su terreno basaltico (ovvero di origine vulcanica) e argilloso, e viene prodotto da uva Garganega che “surmatura” in vigna per circa una ventina di giorni, in una sorta di “vendemmia tardiva” voluta per conferire al vino maggiore struttura e tenuta nel tempo. Il vino fermenta e si affina esclusivamente in acciaio ed è prodotto in circa seimila bottiglie.
Se vi piacciono i Soave classico ben secchi, affilati, dotati di un profilo aromatico ampio, variegato e ben definito, con ogni dettaglio ben avvertibile con nitidezza ma perfettamente funzionale a delineare un insieme, vi troverete perfettamente a vostro agio (il 2009 è ancora in gran forma ma vi consiglio di puntare sul 2010) con questo vino dal colore paglierino con sfumature verdognole di assoluta brillantezza e vivacità nel bicchiere.
Troverete una spiccata componente fruttata, calda, solare, matura ma senza esagerazioni, che richiama la pesca bianca e la pesca noce, accenni di mela, di frutta esotica e mandorla, e poi sfumature agrumate, ricordi di fiori bianchi e una vena di miele, che fa avvertire ancora più grasso e pieno il vino, mantenendolo però fresco, scattante, grazie ad una sapidità e ad una mineralità spiccate.
Perfettamente coerente, ampio, largo, pieno, avvolgente sul palato ma ben secco, ricco di nerbo, il gusto, che richiama la maturità e la polpa succosa del frutto, e dà peso e sostanza, anche se il vino rivela dinamismo, energia, tensione, freschezza e persistenza lunga e scattante ad ogni sorso, grazie ad un’acidità naturale precisa e bilanciata che equilibra e rilancia la materia, e a quella mineralità, figlia dei terreni vulcanici e di un vigneto a grandissima vocazione, che conferisce piacevolezza estrema e una persistenza piena di sapore.
Con queste caratteristiche e questa personalità potrete facilmente abbinarlo ad ogni piatto che vorrete, spaziando dagli abbinamenti classici a base di pesce a quelli che vi suggeriranno estro e fantasia.