Hai il naso sprofondato dentro un secchiello pieno di acqua di mare, e di margherite di campo. Hai una manciata d'erba strappata, e messa lì ad arrostire al sole. Hai - infine - fette di pesca a pasta verde, non troppo maura. E un'idea rubata di zolfanello.
Che quasi il colore paglierino scarico ti par poco, a tanta espressione
Poi l'assaggi, ed è come infilare una fetta di limone in una manciata di alghe da spiaggia, come appoggiare un pietra sulla lingua: prima che sprofondi in quel frutto asciutto, glabro ma espressivo, giovane ed esperto. E il finale che si dona e si trattiene allo stesso tempo come se avesse timore di farsi male. E che dura in eterno come un bacio d'addio.
Bel bicchiere. Bel bicchiere.